Avrei voluto chiedere ieri a Pioli in sala stampa e comunque agli addetti ai lavori, cosa ne pensassero di quanto accaduto tra la curva e Maignan, ma poi ho pensato fosse meglio dormirci sopra e farvelo leggere, dopo aver letto e sentito ciò che si dice in giro, ma soprattutto dopo aver fatto qualcosa che ultimamente non va più di moda…informarsi. Allo stadio vivo la gara, ascolto, guardo, è stato quindi totalmente inaspettato ed inspiegabile, il primo richiamo di Maignan a Maresca perché solo lui aveva sentito quegli insulti che hanno portato alla sospensione, dopodiché c’è stato solo qualche fischio, che palesemente non aveva nulla a che vedere con il razzismo, bensì con un comportamento abbastanza discutibile di un professionista, che avrebbe dovuto pensare a giocare ed al momento opportuno avvertire l’arbitro senza ingigantire troppo la cosa, anche perché in uno stadio, un atleta, lo si può fischiare per mille motivi non per forza deve essere per il colore della sua pelle, anzi solitamente non è così. Molti scrivono che nessuno dell’ Udinese è andato a parlare con la curva, sbagliato, ci è andato il capitano, e la maggior parte delle persone nemmeno capiva perché. Chi ha scritto “cori” da parte dei tifosi friulani, ha chiaramente scritto una fesseria, questa sì è una cosa che offende un popolo che non ha fatto nulla e che sa che sia fuori che in campo a difendere la maglia bianconera ci sono molte persone di colore. Su migliaia di tifosi ci può essere qualcuno che urla qualcosa di sconveniente, a Udine, se il portiere recupera il pallone dal raccattapalle, si avvicina così tanto alla balaustra che uno glielo può anche sussurrare nell’orecchio, non serve che lo urli in maniera plateale, lo stadio è lo specchio della società, in Italia ci sono tante brave persone, e per statistica, su tante persone qualche balordo ci può essere, sta nell’intelligenza degli altri a non dare valore a tutto questo, cosa che non ha fatto l’estremo difensore rossonero, e non solo lui, per cui basta chiacchiere, solo sport.