L’Udinese a volte tradisce propriamente se stessa in qualità di potenziale protagonista delle vicende agonistiche che la riguardano. Se questa Udinese prendesse in considerazione in maniera dovutamente maggiore il rispetto nei confronti della propria identità essendo in grado di farsi rispettare quando veramente conta non assisteremmo a questi veramente brutti spettacoli che rovinano l’immagine di una protagonista attiva dello sport nazionale nella misura e per la dimensione agonistica che le spetta. Lo spettacolo al quale non avremo mai voluto assistere è quanto accaduto in occasione della sfida di campionato disputatasi allo stadio “Dacia Arena – Friuli” di Udine domenica scorsa. La festa rovinata da capo a piedi dall’Udinese di Mister Colantuono e quella per il “varo” della nuova veste dell’Arena che ospiterà le vicende casalinghe relative alla squadra calcistica primaria di Udine con il beneficio di un nuovo look assai accattivante oltreché estremamente funzionale in tutto e per tutto Made in Italy, oltreché Made in Friuli, in onore al cartello che spesso amano mettere in luce i dalla famiglia “Patron” dell’Udinese stessa. Perdere in maniera così grossolana, per effetto di un reboante 4-0, la gara del battesimo del rinnovato impianto non ci pare davvero una maniera minimamente plausibile per dare degnamente il là alle vicende di un impianto dal così elevato livello qualitativo, che giusto per capirci fa già parte dell’elite primaria degli stadi di calcio europei. Fatto sta che… tant’è, quella che è ancora la Vecchia Signora del calcio italiano è scesa comunque sia spietata nel rinnovato teatro agonistico dei friulani regolando i padroni di casa con un totalizzante, oltreché totalmente irriverente, 4-0. E chi se lo sarebbe mai aspettato che fosse stata proprio questa la dimensione di una sconfitta che comunque sia era facile prevedere potesse avvenire. Il punto sta proprio nelle dimensioni di tale sconfittta, che comunque sia è meritata per una Udinese che nella gara stessa non ha davvero mosso un dito in maniera e misura proficue. L’Udinese deve chinare il capo nel suo giorno più bello, quello dell’inaugurazione del rinnovato suo impianto sportivo, e la sconfitta proprio se la merita, come poco fa chiosato, in ragione della sua inerzia dal punto di vista agonistico. Possiamo dirlo dopo aver soppesato, a bocce ferme ma anche a partita in corso nonostante un problema tecnico ci abbia impedito di commentare in presa diretta, la nullità pressoché totale della partita giocata dall’Udinese domenica scorsa, di fronte a quasi 25 mila spettatori: il nuovo Stadio di Udine era infatti pienissimo, stipato in ogni ordine di posti a sedere. Il primo tempo ci ha fatto fin quasi vergognare al posto dei malcapitati giocatori bianconeri, che hanno lasciato dominare la scena ai bianconeri piemontese per la quasi totalità della prima frazione di gioco. Senza muovere un dito o quasi, vista che si saranno contate al massimo un paio di azioni costrutte dell’Udinese che – diciamolo pure – a casa sua non è mai rivelata in grado di far la padrona, limitandosi a qualche isolato contropiede pressoché insignificante. L’Udinese ha fatto pena nel primo tempo ma pure nel secondo, non riuscendo mai a mettere in campo quel quid sufficiente di aggressività che alla vigilia della partita stessa le si chiedeva di mettere in campo. In costanza di gara abbiamo definito l’Udinese ectoplasmica, e confermiamo anche in questa sede l’impalpabilità praticamente assoluta della squadra nella difficilissima gara che la vedeva opposta a Madama Juventus. Diciamolo pure, l’Udinese domenica scorsa si è limitata a proporre una scarnissima e a dir poco indignitosa prestazione. C’è comunque sia da sottolineare come sussistesse una netta discrepanza di livello in termini tecnici e di qualità tra le due squadre. Ma ciò non toglie che l’Udinese in termini di volontà doveva spendersi in misura ben differente, al fine di compensare la propria inferiorità tecnica nei confronti di una delle primarie formazioni della massima serie nazionale. Ed il punto è proprio questo. D’ora in poi quindi crediamo di poter pretendere dalla nostra Udinese un solo, unitario sforzo frutto di una comunione di intenti tesa a risollevare le sorti e la velocità di crociera della squadra friulana. A lei chiediamo di aumentare con la massima decisione specifica l’impegno in campo, di modo che non abbiano a ripetersi spettacoli desolanti come quello andato in scena, comunque sia, proprio contro la Juventus dai grandi numeri. Dovrà accadere tutt’altro: noi dovremmo essere alla fine nella condizione di poter esprimere nuova fierezza in nome di chi alla causa bianconera ci tiene. Un rinnovato orgoglio di parlare della squadra friulana che potrà essere espresso se e solo se l’Udinese ritornerà a mettere in campo – senza riserva ed imbarazzo alcuno – tutta la cavalleria a propria disposizione nelle gare verità contro il Palermo in terra siciliana e contro la Lazio in casa. Gare queste dalle quali ci si aspetta di raccogliere frutti per un bottino minimo di 4 punti. Solo così si potranno porre premesse accettabili rispetto ad una settimana di fuoco come quella successiva, durante la quale l’Udinese se la dovrà vedere contro un’Empoli difficile da limitare allorquando giochi in casa propria, e a San Siro contro un Milan che in questa fase ben difficilmente sarà disposto a perdere dei punti lungo la strada che a Milano sperano porti i rossoneri alla conquista della qualificazione in Europa League, vista come traguardo minimo stagionale. Cara Udinese, devi quindi ripigliarti subito mettendoti alla prova nelle gare meno proibitive, perché non si può certo ipotizzare di andare a sperimentarsi a Milano e perché comunque sia l’Udinese dalle qualità che conosciamo non è certo quella che contro la Juventus ha davvero perso la faccia. Nascondersi dietro un unghia è davvero inutile, oltre a non rientrare nel nostro stile.
Articolo di
Valentino Deotti
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