Il tempo passa ma le indicazioni sull’Udinese restano praticamente quasi del tutto le medesime, tanto che in questa edizione della nostra rubrica “Punto Bianconero” ci dilungheremo di meno rispetto a quanto fatto sino a poco tempo addietro, anche per non tediare oltremisura il nostro pubblico attraverso l’instillazione di concetti che sono praticamente sempre gli stessi da qualche mese. Evitiamo quindi la ridondanza, e limitiamoci ad enucleare attraverso la formulazione di sommi capi qual è la situazione dell’Udinese del tempo corrente. Analizzando il momento corrente dell’Udinese a noi sembra francamente di tornare indietro esattamente di un mese, rammentando segnatamente quella partita casalinga contro il Frosinone all’occorrenza della quale è sembrato proprio delinearsi uno scenario in tutto simile a quello propostosi proprio domenica scorsa, in occasione della partita contro la Sampdoria a Udine. Contro il Frosinone si era vista una Udinese più che discreta avere la meglio sulla formazione laziale attraverso una partita più che diligente terminata con l’1-0 a favore dei bianconeri friulani. Domenica scorsa il cannovaccio situazionale è stato praticamente sempre lo stesso, con l’Udinese che si è portata avanti in prossimità della parte centrale della gara contro la Sampdoria di Montella mantenendo il risultato intonso sino alla fine della gara stessa, e facendo nel mentre una partita che definiremo comodamente come “gagliarda”, anche se non esorbitante per entità a livello di numeri. La squadra bianconera friulana di Mister Colantuono ha ottenuto la sua vittoria risicata attraverso una partita che se non si può propriamente definire all’insegna del miglior “catenaccio” all’italiana davvero poco ci manca. Una partita nella quale l’Udinese, dopo il vantaggio ottenuto nell’ultima parte del primo tempo, ha come si direbbe con un neologismo switchato verso una partita meramente di contenimento. Una partita dominata dalla certosina chiusura di ogni spazio potenzialmente favorevole all’avversario apportata dall’Udinese, che ha così potuto controllare magistralmente il tempo che mancava prima della fine del tempo di gioco, portandosi così a casa una vittoria che si è rivelata un toccasana solamente dal punto di vista dell’incameramento di punti, assai salutare per la altrimenti particolarmente deludente classifica bianconera. Sia chiaro, un boccone davvero non trascendentale dal punto di vista dell’agonismo e dello sport, fatto da una Udinese dalla quale tutto ci si sarebbe aspettati fuorché una condotta di gara all’insegna del calcolo e della strategia puri e semplici. Tutto un altro gioco ci si aspetterebbe da parte di una Udinese impostata da un condottiero che sulla carta dovrebbe prediligere il gioco verace e schietto, non contraddistinto da particolari strategie. Ed invece oggi come oggi il convento passa questo, bisogna accontentarsi di una Udinese che non è espressione di tutte le sue potenzialità, perché nel retro della bottega bianconera dove opera il Mastro Colantuono c’è ancora molto da lavorare, sotto diversi punti di vista. C’è da lavorare dal punto di visto dell’impostazione degli schemi, e quindi sotto il punto di vista di come questa Udinese si piazza in campo. Ma c’è da lavorare soprattutto per quanto riguarda il mega capitolo intensità: le gambe dei giocatori componenti della squadra non girano a dovere, visto che dietro non sembra esserci una preparazione atletica sufficientemente sistematica, regolata e quindi all’altezza della situazione. Ma una menzione speciale va fatta anche una buona volta su un altro aspetto cardine presente e fondamentale all’interno delle dinamiche che regolano il calcio nella sua massima espressione. Ebbene, possiamo dire in sintesi che il dinamismo del gioco risulta essere il vero tabù per l’Udinese di oggi, visto che l’Udinese degli ultimi tempi sembra davvero essere a dir poco soporifera, noiosa assai dal punto di vista della velocità e della brillantezza messe in campo in misura davvero molto scarsa. Questa Udinese dovrà in buona sostanza attrezzarsi per correre di più, nell’intento basilare di, come si suol dire, “ubriacare” l’avversario. Altrimenti andando avanti con un passo compassato come quello visto di questi tempi si rischia di dare modo agli avversari più provvisti dell’Udinese sotto il punto di vista atletico di imperversare facendo il buono e cattivo tempo a proprio piacimento, sul campo di Udine e non solo. Se l’Udinese non si mette a correre di più ben presto la faranno correre di più, ben presto la faranno correre molto di più gli avversari, si potrebbe dire più semplicemente. E dover sottolineare che l’Udinese non corre abbastanza, allorquando ci troviamo alla bell’ora della fine di novembre e siamo quasi a due quarti di campionato maturati (a dire il vero piuttosto “velocemente” peraltro…) sembra davvero nello stesso tempo appropriato (in quanto così stanno le cose) e fuori luogo, perché non è di questo che si dovrebbe parlare ora che dal punto di vista del cronoprogramma la preparazione di tutte le squadre della Serie A (Udinese compresa, ovviamente) dovrebbe aver raggiunto l’ottimo già da qualche tempo. Sei mostruosamente indietro dal punto di vista della preparazione, cara Udinese, questo non possiamo nascondercelo. Molte delle tue concorrenti dirette ti stanno soverchiando dal punto di vista atletico ma non solo, anche puramente tecnico generale. E quindi è decisamente il momento di approfittare dello slancio dato dal corroborante del risultato ottenuto domenica scorsa dandosi una svegliata decisiva, cara Udinese, perché entro poco tempo le tue concorrenti della massima Serie calcistica non ti regaleranno più niente, visto che più passa il tempo e più le possibilità di fanno risultato vanno esaurendosi. Come sta nella logica e nella naturalità delle cose: i punti da raccogliere restano oramai pochi, e per accaparrarseli bisogna almeno stare al passo con gli altri, se non proprio mettere in campo quel qualcosa in più che alla fine, meramente e squisitamente, ha fatto, fa e farà la differenza.
Articolo di
Valentino Deotti
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