Pensando all’Udinese dei tempi che corrono, perché questa squadra non è altro che una realtà a sé che ben poco a che vedere con le sue omologhe del passato, ci balza alla mente il refrain di una vecchia canzone, un punto fermo della produzione musicale italiana che avrebbe definito l’Udinese in un modo specifico che ora mutuiamo dallo storico testo. Questa Udinese è proprio una squadra bella senz’anima, e spiegare le ragioni che ci hanno portato a propendere per questa associazione di musiche a significati è abbastanza semplice. L’Udinese è una squadra bella, o per meglio dire carina, perché nella sua ultima performance contro il Napoli al San Paolo ha dato bella mostra di sé, indossando il miglior vestito di queste domeniche si potrebbe dire… Senz’anima essenzialmente per un motivo, molto ben chiaro nella mente di chi ha contezza della situazione sportiva della squadra guidata da Mister Colantuono. Senz’anima perché a questa Udinese sta venendo a mancare il miglior corroborante che potrebbe essere in grado di confortarla, in questo periodo assai ben definibile come di “vacche magre”, come si suol definire. A questa Udinese manca l’unico ingrediente ora necessario, ossia il corroborante di un buon guadagno in termini punti. Ossia l’unico fattore che può conferire sostanza al campionato di una squadra di calcio. Avere l’esiguo bottino di appena dodici punti in classifica, allorquando si sono giocate altrettante giornate di campionato ed una qualsiasi squadra a punteggio pieno ne avrebbe la bellezza di 36 è a dir poco deprimente. Ed ora quindi non vi è altra strada da seguire che sposare la via della concretezza, perché è solo facendo punti partita dopo partita che si può costruire un campionato fondato sulle certezze e non solo sui complimenti. Va bene, il gioco più che discreto messo in mostra contro il Napoli sul terreno dei campani non può che giovare al buon nome calcistico dell’Udinese, ma senza il beneficio in termini di punti non si possono certo alimentare buone speranze per quanto attiene al capitolo salvezza, ossia alla realizzazione dell’unico obiettivo stagionale per ora possibile per l’Udinese del tempo corrente. Anzi, purtroppo speranze di questo tipo non possono che affievoliersi cammin facendo, perché ora con i punti che si ritrova l’Udinese è lì, davvero mal messa, a pochissimi passi dalla squadra quartultima in classifica. E dunque non si può, e non si deve fare altro che puntare a cogliere vittoria su vittoria, come rimarcato nella settimana che volge a terminare da qualche personaggio dall’interno della squadra. Bisogna assolutamente, non c’è altra via possibile che tenga, mettere in cascina il maggior numero possibile di punti. Perché bisogna assolutamente ottenere la quarantina di punti necessaria a togliere le castagne dal fuoco. Non si può sapere in che tempi si potrà riuscire a raggiungere l’obiettivo, poiché il percorso tortuoso del campionato è ricco di insidie che ora si approssimeranno innanzi all’Udinese una dopo l’altra. Ma si deve di certo affermare ora con certezza che la vorace corsa ai punti è lunga strada percorribile, e che bisogna iniziare a percorrerla sin da subito, avendo in tasca un’altra consapevolezza. D’ora in avanti si potrà sbagliare ben poco, perché le chance per raccogliere punti sono tutt’altro che infinite. La metà del percorso è lì davanti, e si potrà beneficiare di un numero di possibilità di recupero quasi equivalente a quello avuto sino ad oggi. Quindi, o si recupera facendo quel che non si è fatto sino ad oggi, ossia vincendo, oppure il destino dell’Udinese sarà quello di finire nel gruppetto delle formazioni di coda, con buona pace di ogni speranza di salvezza. Un’altra cosa è certa per giunta: che se si vuole cambiare guida bisogna farlo ora, e forse questa è l’unica soluzione in grado di restituire nuove motivazioni a questa squadra. Resta ora a chi vive la situazione dell’Udinese più dall’interno capire se Mister Colantuono e la sua squadra dispongono delle risorse e delle energie per far ripartire questa squadra, altrimenti in presenza di rilevazioni ambientali differenti non resta che cambiare condottieri del gruppo squadra. C’è ben poco altro da fare ora: i parametri di questa squadra vanno presi immediatamente, e sulla base delle risultanze oggettive delle misurazioni bisognerà decidere a chi affidare in futuro un gruppo valido che aspetta solo di decollare e deve farlo. Ora o mai più, altrimenti il campionato che l’Udinese andrà a concludere non avrà certo gli esiti che ci prefiggeva di raggiungere, o nel peggiore dei casi al quale non vogliamo nemmeno pensare potrà avere pure, un taglio assai dequalificante che non renderà minimamente all’Udinese i meriti che diversamente le spetterebbero. E quel che è peggio si rischia di finire male proprio nella stagione in cui si è inaugurato il rinnovato Stadio di Udine e “del Friuli”. E quindi bisogna stare assolutamente attenti a non correre un rischio come questo.
Articolo di
Valentino Deotti
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