Domenica scorsa al Meazza di San Siro e’ calato il sipario sulla stagione 2016/17 per la Nostra Amata Udinese che ha chiuso con un onorevole 13′ posto in classifica frutto dei 45 punti conquistati sul campo. Questo risultato, tutto sommato, può essere accolto con discreta soddisfazione visto che l”ultimo” Guidolin, Stramaccioni ed infine il duo Colantuono-De Canio avevano raccolto un bottino inferiore a quello ottenuto da Mr Delneri, capace di raccogliere 38 punti nelle 31 gare disputate, ai quali vanno sommati i 7 di Iachini ad inizio stagione. Aggiungo un paio di considerazioni per dare ulteriore valore ai risultati ottenuti dall’allenatore di Aquileia, che in un’ipotetica proiezione di un’intera stagione, di punti ne avrebbe ottenuti 47. Ricordiamoci e non sottovalutiamo quanto possono aver inciso, in una “quadra” di squadra appena trovata, gli importanti infortuni occorsi prima a Fofana e poi a Samir (nonostante la crescita di Jankto e De Paul) e che le ultime 4 trasferte sono state (purtroppo) poco più che delle “gite” (13 goals subiti e solo 2 realizzati), ecco che il bilancio e le future prospettive non possono che essere indirizzate all’ottimismo. Nella mia analisi non mi lascio assolutamente influenzare nemmeno dal fatto che dalla “befana” casalinga contro l’Inter, alla “disfatta” contro i nerazzurri di domenica scorsa, in 20 gare siano stati raccolti altrettanti punti (pochini), quando invece furono ben 18 quelli quelli incamerati nelle prime 11 dal buon Gigi.
Può sembrare un paradosso, ma questa non la vedo come una involuzione e penso che proprio la doppietta all’ultima di andata del nerazzurro Perisic abbia fatto da spartiacque tra un’Udinese pronta a spiccare il volo e quella invece che, come è nel reale valore del team, si è staccata definitivamente dai bassifondi ed ha vivacchiato a metà classifica per il resto del campionato. Altri momenti clou della stagione si possono ricondurre agli 8 punti raccolti all’andata contro Pescara, Palermo, Torino e Genoa, alle tre vittorie consecutive prima di Natale ottenute in casa contro il Bologna (storica) ed il Crotone, con in mezzo il blitz di Bergamo. Nel ritorno si possono ricordare la vittoria interna contro il Milan (primo goal nella massima serie di De Paul), l’ottimo pari conquistato contro la capolista Juventus e le vittorie (come all’andata) nette e corroboranti contro Pescara e Palermo. Da dimenticare invece la sconfitta interna contro il Sassuolo (nel giorno della festa di Zico) ed appunto almeno 3 delle ultime 4 trasferte/gite (soprattutto per ciò che concerne l’atteggiamento remissivo della squadra). Tutto questo per ribadire ancora una volta che i 20 punti raccolti nel ritorno potevano essere molti di più; e non è esclusivamente il famoso (quanto spesso inutile) discorso dei “se” e dei “ma”. Un lato certamente dolente, invece, resta quello dei goals subiti (57) che assieme alle sconfitte (17) di cui ben 6 con almeno 3 reti di scarto (Roma, Fiorentina, Napoli, Bologna ed Inter fuori, Lazio al Friuli) devono far capire quanto la difesa sara’ il settore sul quale si dovrà maggiormente investire e lavorare per costruire dalla “base” la nuova Udinese. Udinese che riparte con la certezza della guida tecnica; proseguire con ancora Mr Delneri in sella e’ sicuramente la scelta più opportuna per cercare di alzare l’asticella e tornare ad ambire a posizioni di maggior prestigio e perché no, per tornare a sognare l’Europa.
Paolo Matrecano