Ci sono gare che valgono il prezzo del biglietto, nelle quali si affrontano squadre che valgono il prezzo del biglietto, che schierano giocatori che valgono il prezzo del biglietto.
Chi c’era, in questa nevosa serata di dicembre, potrà dire che al Pilla non sono bastati il solito John Brown III e una doppia doppia da 32 di valutazione (venti punti, 17 carambole) del cigno Antonutti: dall’altra parte è prevalso il talento di KayDee, di Rain, di Tommy (specie in difesa) e di un Andrea Benevelli fresco di compleanno, 3/5 dall’arco e due tiri liberi segnati quando contava tantissimo, anzi di più.
La GSA ha battuto una squadra forte, sicura protagonista playoff, che staziona a quota 10 punti solo a causa di un inizio segnato da poca coesione e troppi infortuni; ha sfoderato una difesa epica, battuta solo 69 volte di cui 40 dalla suddetta coppia Brown-Antonutti. Preciso il primo, ma spesso tagliato fuori dall’azione; sottomedia il secondo, che però ha tenuto viva l’Universo quando, sotto di 13, la sua franchigia stava piano piano lasciandosi andare.
Pillastrini ha avuto troppo poco da Musso, Sabatini, Negri, Imbrò; praticamente nulla dal neoarrivato Lombardi, tre falli in tre minuti e tanta panca. Solita regìa illuminata di Fantinelli, ma medie pessime al tiro a causa del tag team friulano che, variandogli le marcature in faccia, gli ha fatto perdere i punti di riferimento.
Udine ha vinto per le alchimie di coach Lino: stasera egli ha battuto nettamente il corpulento Pilla nelle rotazioni, nelle strategie, nelle tattiche difensive (e non è una novità) ed offensive (ribaltando le pessime scelte messe in mostra contro Piacenza). Udine ha vinto perché ha tenuto l’avversaria sotto i 70 punti realizzati, dieci meno della media tenuta sinora; in attacco però non ha tremato, ed al netto di qualche rigore sbagliato anche stasera (da sotto, ma anche qualche passaggio in transizione frettolosamente gettato al vento) ha tirato con buona concentrazione. 45% da due, 33% da tre ed è proprio dall’arco che la GSA ha impresso il marchio decisivo alla gara.
Talentuosi Dykes e Veideman, l’abbiamo detto e non è una novità. Ormai sepolti i pochi o tanti a) che consideravano KayDee un bidone alla Delegal dopo un paio di quarti amichevoli quest’estate, o b) i quali pensavano i due non potessero coesistere in campo. Il tiro-arcobaleno di Rain, che nella ripresa bacia il tabellone e carezza il cotone è poesia; altrettanto due sospensioni dalla media di Kyndall, il cui movimento in fase di tiro e di rilascio della palla è stilisticamente bellissimo.
Finalmente in gara Nobile, che ha perso un paio di palle sanguinose ma ha avuto il merito di una tripla in momento topico della gara, quando nel primo tempo era Treviso a cercare l’allungo. Veloci le mani di Tommy Raspino, tre scippi d’autore ed una prova di sostanza; eccellente Benevelli, da fuori e da sotto. Tanti minuti per Ciccio Pellegrino, con Lardo che ha schierato a lungo il quintetto forte con lui, Ous e Andy. Il ragazzo di Feletto, poi, si sta riprendendo dalla lieve indisposizione che lo ha colpito una settimana fa: un paio di rimbalzi imperiosi e la tripla del +7 (57-50) ne siano comprova.
E tutto ciò mentre Capitan Miki guardava dalla panca, anche oggi non arruolabile alla causa. Ma pure con una rotazione importante in meno, Lino è riuscito ad avere di più da tanti, quando Pilla ha tenuto in campo Brown per 38’, Michele per 37’ e Fantinelli per 35’. Provando a schierare Musso da “uno”, d’altra parte, è stato premiato con terzo e quarto fallo in sequenza, dieci secondi uno dall’altro, dell’italo-argentino.
Non memorabile la serata arbitrale: avendo però distribuito errori alle due formazioni senza prevalenza o favoritismo, tutto sommato presenza non decisiva.
Udine ha ora sedici punti, come Bologna (due punti al fotofinish contro Forlì) e Montegranaro (che sta rallentando leggermente dopo un inizio splendor); davanti a lei solo Trieste, ancora invitta. Insomma, ci siamo.
Ora a Bergamo; poi XL Poderosa in casa, e il 29 un derby che, a differenza dell’anno scorso, vale per la classifica e non solo per il campanile.
E la Lardo band continua a vincere: otto su undici, otto delle ultime nove, tutte tranne il misfatto jesino. Stasera due ore di radiocronaca mi hanno tolto la voce: qualche amico da oltreoceano mi ha rimproverato l’enfasi su qualche tripla, su una o due palle recuperate, sulla schiacciatona finale di KayDee: sono fatto così. Mi piace questa squadra, ed amo fottutamente questo sport. Dovrei metter su una crowd funding per fornitura annuale di propoli per la gola: se questi sono i risultati, ben venga l’afonìa.