La fine della stagione calcistica è inevitabilmente il periodo di bilanci e valutazioni per allenatori, giocatori e società che devono chiedersi cosa sia andato storto nel corso dell’annata. Ad inizio campionato vi è sempre fretta ed euforia nello scoprire le proprie carte, schierando i nuovi acquisti o confermando i giocatori che la stagione precedente avevano fatto la fortuna del club. Tuttavia tutti gli anni in ogni squadra c’è qualche giocatore che rende al di sotto delle aspettative e finisce a fine campionato sotto processo da parte della società ma soprattutto dai tifosi. Abbiamo stilato oggi una formazione di 11 giocatori più allenatore che quest’anno hanno deluso e che difficilmente l’anno prossimo verranno riconfermati. Ne esce un 4-3-3 di tutto rispetto.
In porta troviamo l’ex azzurro Marchetti, portiere della Lazio che è stato scavalcato nelle gerarchie dal giovane Berisha, Marchetti lo scorso anno era stato protagonista in positivo con la sua Lazio, quest’anno invece quando è stato impiegato titolare come in Turchia contro il Trabzonspor ha regalato due papere incredibili che hanno compromesso il superamento del turno di Europa League. Bisogna dire che la sua stagione è stata tormentata anche dai difficili rapporti che aveva con la società.
Stagione difficile anche per Christian Maggio, esterno del Napoli che ha alternato partite mediocri ad infortuni, da uno come lui ci si aspetta molto di più essendo anche un nazionale convocato dal CT per Brasile 2014. Quest’anno è stato autore di un solo assist, e questo la dice lunga.
La coppia centrale di difesa è formata dal milanista Mexes e dallo juventino Ogbonna. Il primo ha fatto parlare di sé quasi sempre solo per scorrettezze o per prestazioni di bassissimo livello, è uno degli uomini simbolo dell’anno terribile del Milan. Lo juventino invece approda dall’altra sponda di Torino per 13 milioni di euro, Conte gli concede opportunità importanti ma lui si fa trovare spesso impreparato. Una brutta copia dell’Ogbonna grande protagonista con la maglia granata.
A completare il reparto difensivo ci pensa Fabian Monzon del Catania, uomo voluto fortemente dalla società che non ha mai ripagato la fiducia del club. Infatti è già con le valigie pronte.
A centrocampo spiccano altri due tasselli del Milan, Keisuke Honda, uomo fortemente cercato da Galliani che si è rivelato un tabù ogni volta che è stato impiegato, lento e macchinoso, chissà quali sono le sue qualità.
A Honda affianchiamo il “bisonte dormiglione” Michael Essien, arrivato dal Chelsea per portare solidità ed esperienza, viene impiegato pochissimo e quando gioca non dimostra per niente il suo valore. Mou avrà voluto fare uno sgarbo ai tanto odiati cugini milanisti?
Ai due milanisti si aggiunge Lodi, centrocampista prima del Genoa poi del Catania, con cui lo scorso anno era stato protagonista assoluto con i suoi gol da calcio piazzato. Ci si aspettava molto da lui, soprattutto a Catania dove invece non è riuscito ad evitare la retrocessione.
E ora passiamo al tridente Matri, Muriel, Belfodil. Il primo arriva per 12 milioni al Milan voluto fortemente da Allegri, in questa piazza regala un solo gol, a gennaio quindi viene ceduto alla Fiorentina dove nelle prime tre partite sembra rinascere, poi la sua fiamma si spegne e il tecnico Montella gli preferisce il giovane Matos. Questo doveva essere l’anno di Luis Muriel a Udine, anno in cui si sarebbe confermato e avrebbe fatto schizzare il suo prezzo alle stelle per la felicità della famiglia Pozzo. Invece si presenta con una forma fisica poco professionale, una volta recuperato è autore di qualche bella prestazione ma tutti si aspettavano molto di più da quel ragazzo che nel Lecce era considerato un fenomeno. Chiudiamo il reparto offensivo con Belfodil, acquistato dall’Inter dopo la buona stagione a Parma, a gennaio viene girato al Livorno perché non si dimostra utile alla causa interista. Qua conclude la stagione con la retrocessione e zero gol, impalpabile.
Difficile dare un allenatore a questa squadra visti i disatri di gente come Petkovic ed Allegri considerati buoni allenatori ma che hanno sempre avuto piccoli contrasti con la società. Tuttavia Malesani al Sassuolo poteva essere la rivelazione, un uomo con la sua esperienza e il suo carisma non è stato utile per la salvezza degli emiliani, miracolo compiuto dal giovane Di Francesco. Forse non era un compito impossibile per il tecnico veronese visti i precedenti.