I dubbi sull’esito della gara vengono fugati all’annuncio delle formazioni iniziali. Entrambe le squadre schierano le seconde linee e il confronto è impietoso. Per cercare di nascondere la figuraccia, i nostri indossano una maglia di un colore a caso, così nessuno potrebbe collegarli all’Udinese. Scelta che approvo.
La differenza fra la velocità dei passaggi (e la precisione) è imbarazzante.
È comunque l’occasione per capire cosa c’è da salvare e cosa invece si può sacrificare.
Barak è da recuperare, perché piaccia o meno, ha le qualità per giocare in serie A e piace alle ragazze (quindi possiamo vendere più calendari e comprare a 19,90 euro qualche giovane in saldo e avanzare spicci per parcheggiare in centro).
Opoku ha prospettiva ma forse quello non è il suo ruolo.
Nuitnick ha perso la gara di freccette e gli è toccato giocare. Trost e Becao ancora se la ridono.
Jajalo deve recuperare, Wallace… beh.
Davanti la coperta è corta, praticamente come cercare di scaldarsi con un tanga.
Sema almeno ci ha provato ma fatica ad essere tatticamente puntuale.
Insomma, è stato un po’ come gettare una vergine (l’Udinese) nel labirinto del Minotorino (l’Allianz).
Concludo mettendovi a parte di una mia personale protesta pacifica: vengo deriso perché in tribuna stampa tutti hanno un tablet e io carta e penna ma soprattutto perché devo bere due tagli prima di scrivere i miei pezzi. Se anche tu vuoi sostenere la mia battaglia, scrivi una mail alla redazione con oggetto “meno tablet e più tagli”
Grazie.