I nomi friulani che scendono in campo per affrontare gli aquilotti romani sono i soliti degli ultimi tempi, tranne Badu che prende il posto dell’ ancora squalificato Kone ed Evangelista che si accomoda in panca pronto a dar fiato alle punte.
Abbiamo detto che gli uomini in campo sono i soliti ma l’ interpretazione è diversa. L’ Udinese attacca con 3 punteri supportati da 2 laterali offensivi. Non molte occasioni ma il gioco è gradevole e spumeggiante, poi arriva il solito rigore che stavolta dà il vantaggio ad una Lazio fin qui nulla. Nel mondo del calcio si vede che urlare ‘al lupo al lupo’ come ha fatto il presidente della Lazio, paga. Dal canto suo l’ Udinese accusa il colpo e si spegne, continua a giocare, ma in modo confuso e poco redditizio. Un miracolo di Orestes dopo un mani evidentissimo, non ravvisato, accende gli animi e qualcuno urla ‘Se l’ avete già decisa a tavolino ditelo subito’. I lanci lunghi la fanno da padrone, il gioco che oggi doveva essere diverso, non si vede ed i bianconeri, come una belva ferita, cercano di fare qualcosa che…non viene, lo dimostra lo score dei tiri in porta praticamente nullo a metà secondo tempo. Si è ridato vita ad una Lazio morta, non cerco colpe nè colpevoli ma se l’ Udinese è quella dei primi 20 minuti qualcosa si potrà vedere, se invece è quella vista per il resto della gara…sperin ben. Individualmente bene Badu migliore in campo, rivedibili gli altri. Il vero problema è che non si vede la squadra. Non che non ci provino i ragazzi di Strama, ma è tutto alla ‘viva il parroco’ o detta in friulano ‘in denant come che va e va’ peccato che non và. Sembra che da centrocampo in su anche i ruoli siano confusi e nelle poche occasioni in area avversaria anche la dea Eupalla guarda dalla parte opposta. Troppo macchinosi, lunghi, arretrati ed arrendevoli. Speriamo che per la prossima domenica i fantasmi nella testa friulana spariscano e ci sia più chiarezza e meno fragilità. Per oggi i pedatori dovrebbero solo chiedere scusa per la prestazione.