L’ Udinese parte con Pereyra e Maicosuel provando a cambiare le carte in tavola. Saranno i colori ma l’ incontro sembra molto simile a quello col Bologna, i bianconeri hanno in manoil pallino del gioco ma non affondano il colpo. Almeno il primo tempo suona questa musica. Un possesso di palla nettamente a favore per un gioco prevedibile e soporifero. Si dice non ci siano più le mezze stagioni e forse anche nel calcio non le vogliamo più, o partite bellissime o da sonno. Ma no dai ci sono anche le sfumature, di grigio, quelle generate dal bianco e nero messi insieme, e da queste sfumature dobbiamo tirar fuori il meglio. No non parlo di quando il Guido ha tolto Maicosuel, forse un p’ò impreciso, certo uno dei più vogliosi e mobili, quando forse per molti, era il caso di rischiare un pochino di più e d’ infondere alla squadra la grinta e la voglia di vincere, invece della paura di perdere contro un avversario inesistente. Parlo invece del fatto che a volte si può anche non essere brillanti, non giocare bene, ma bisogna sapersi portare a casa il risultato. Per questo ci volevano idee e spunti, dati da Lazzari e Muriel braccato sempre da 2 uomini. Si cambia marcia, si sbaglia un poco, ma oggi l’ Udinese, con il suo capitano ed un credito strappato di diritto alla fortuna, lo ha saputo fare e checchè se ne dica questo è quello che conta. Poi si arriva alla sala stampa, dove un Guidolin, dolorante alla schiena, contento per la vittoria, ed amareggiato per i mugugni del pubblico che a detta sua non comprende che la squadra è molto giovane, gioca con un solo uomo della difesa titolare e non si può pensare di giocare come il Barcellona, sottolinea che sente che qualcosa è cambiato, come se ci fosse del malcontento. Malcontento non credo, per lo meno per la maggioranza, forse un p’ò di delusione per un’ eliminazione europea che quest’ anno pochi si aspettavano, ma li le colpe son da ricercare un p’ò dappertutto, poi che dire i friulani criticano subito, ma non dimenticano e quando amano lo fanno fino in fondo.