Scriviamo giusto una cartella, piuttosto “sanguinosa”, non per il solito piacere di farlo, ma giusto per dire quello che pensiamo su quella che risulta obiettivamente essere la peggiore stagione con la Famiglia Pozzo alla guida della Società Udinese Calcio. Sara un resoconto piuttosto lugubre, ma che ci sentiamo obbligati a fare dopo una stagione così… particolare. Innanzitutto è stata una stagione gestita a livello di team seguendo una programmazione portata al massimo risparmio delle risorse. Questo è avvenuto su ogni piano. Si è verificato innanzi tutto sul piano della programmazione sportiva, visto che dopo una impennata di rendimento coincisa con il picco di massima di Oddo si è giocato a coprire la stagione con un dosaggio delle energie che è stato il più certosino possibile. Guardacaso si è arrivati proprio all’ultima giornata a chiudere il capitolo salvezza, che non sappiamo ancora se si chiuderà positivamente per i bianconeri. Andare a punti contro il Bologna ad Udine non dovrebbe essere proibitivo in vista di domani sera alle 18, ma con questa Udinese non si sa proprio mai. Questa squadra è capace proprio di tutto e niente allo stesso tempo, quindi ti può anche capitare di cannare del tutto. E in quel malauguratissimo caso sarebbe Serie B e basta, senza prove d’appello particolari. Ma non pensiamoci. Diamo la salvezza per acquisita, giusto così a naso, e puntiamo la testa su quel che conta di più. Se l’Udinese vorrà vivere la sua permanenza in Serie A in maniera sana dovrà rivoluzionare del tutto i ranghi societari e legati al team. Questo o quell’altro nome conta ben poco anche se ognuno ha le sue passioni legate all’ambiente calcio. Quel che è certo è che si dovrà per forza puntare sulla qualità, e quindi nomi come Vagheggi e compagnia, che hanno portato tutto fuorché fortune, lasciano in tutto e per tutto il tempo che trovano. Si faccia entrare nel giro gente che il calcio lo mastica a ciclo continuo, come Pradé che arriverebbe dalla Samp come Direttore Sportivo. Poi si inserisca magari qualche ex quotato che già conosce, o quantomeno ben fiuta, le cose di casa Pozzo, e può portare un bagaglio di esperienza nuova e forte e di freschezza mentale e non solo. Solo così in quel di Udine si potrà riprendere a respirare la fragranza del calcio che conta. E da queste parti agli appassionati di calcio, credeteci, non interessa altro. O ci sarà questo ritorno in forze permanendo in Serie A oppure c’è chi dal punto di vista della critica, professionale o non, promette il ricorso ai massimi sistemi. Udine è sempre stata una piazza pacata e produttrice nel silenzio, e non vogliamo in ragione di questo che i toni si inaspriscano. Bisogna poter tornare a produrre calcio in tutta tranquillità e serenità. Punto e basta. Con i Pozzo, o magari, perché escludere questa possibilità, con qualcuno che porti energie nuove e stimoli. Anche da terre straniere ma non troppo lontane. A cosa ci riferiamo qui… lo sappiamo quasi tutti. Da qualche parte c’è un Toro Rosso che scalpita proprio, quando vede bianconero e blu. E in molti, da queste parti, stanno pensando a permettergli di vivere questo tipo d’esperienza tutta d’un fiato, con motivazioni che non sarebbero di certo quelle che si tastano dalle parti di Udine negli ultimi tempi del pallone. Grazie a tutti per averci seguito sino ad oggi, e arrivederci ad una prossima stagione che ci auspichiamo essere assai più vivida, pulsante e ricca di gratificazioni.
Articolo di
Valentino Deotti
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