Basta davvero poco nel calcio dell’Era Moderna per voltare pagina: nel bene o nel male. Solo una settimana fa potevamo crogiolarci intorno ad un dato di fatto. Bene o male l’Udinese di Colantuono alle speranze dava adito eccome, perché anche se non c’era dal punto di vista del risultato, con una sola vittoria e tre sconfitte di fila incamerate, c’era eccome dal punto di vista agonistico. O quantomeno questa era l’apparenza, perché i lineamenti di una crescita costante emergevano chiari, da quella Udinese. Oggi come oggi dobbiamo invece fare i conti soltanto con una realtà, davvero ardua da digerire. Nel breve volgere di una manciata di giorni l’Udinese è letteralmente sprofondata, eclissandosi quasi totalmente nella gara casalinga contro l’Empoli e bruciandosi un intero tempo di gioco nella successiva partita, ben più difficile, giocatasi sempre a Udine contro il Milan di Mihajlovic. Ebbene, dobbiamo tenere conto del fatto che dobbiamo fare i conti con i substrati specifici propri che riguardano le due formazioni affrontate, perché Mister Giampaolo con il suo Empoli non vuole certo perdere l’occasione di incominciare nel migliore dei modi la sua avventura, e più o meno la stessa cosa vale per Mihailovic, che però dal timone delle sue squadre non vuol sbagliare nemmeno mezza virata: la testa ce la deve mettere avanti lui, da vincitore. Punto e basta, non ci sono alibi che tengano. Nemmeno l’Udinese però può accampare scuse utili a giustificare l’assoluta nullità della prestazione messa sul campo di bianconeri di casa nostra contro l’Empoli. L’Udinese in casa propria al cospetto dei toscani è infatti sembrata davvero l’ombra di se stessa, con i giocatori bianconeri che si sono dimostrati incapaci di opporre una benché minima dose di grinta al cospetto di una squadra toscana che da questo punto di vista invece di intraprendenza e di “ripresa” ne aveva da vendere. Quanto scoraggiamento abbiamo provato, e non crediamo di essere stati gli unici, nel vedere una squadra bianconera non in grado di mettere assieme quasi nemmeno una azione fluente, neanche un abbozzo di idea degna di questo nome, mentre la squadra toscana continuava a battere sul tasto della freschezza. E proprio questo ingrediente è mancato all’Udinese, che evidentemente a pagato dunque la scarsissima efficacia di una preparazione estiva svoltasi sotto il sole del Centro Sportivo “Bruseschi”. Pareva proprio una squadra senza fiato e senza idee quella che è riuscita a mettere insieme al massimo quattro abbozzi di azione quattro contro un Empoli più quadrato che alla fine ha potuto avere tutta per sé la gratificazione di un risultato pieno pieno, tondo tondo, sotto ogni punto di vista davvero. Quella Udinese, vista davvero in uno stato pietoso, non poteva fare altro che schiantarsi, per fortuna riportando non troppe echimosi, contro l’Empoli di Giampaolo, e lo stesso discorso vale per l’Udinese che ha giocato sempre a Udine contro il Milan di quello che possiamo bonariamente definire quel mastinaccio di Mister Mihailovic, uno uomo che contro Mister Colantuono si giocava pure lo scettro di Mister carattere. Solo che per fortuna di tutti l’Udinese che ha giocato contro i rossoneri in una gara rispetto alla quale entrambe le contendenti volevano giocarsi la posta in palio si è concessa totalmente alle proprie frustrazioni, e quindi ad un oblio totale, solo per la prima parte della gara. Poi, nel secondo tempo, è emersa l’Udinese che ci aspettavamo. Quella che in sostanza covava dentro di sé una grande, rocciosa e mastodontica voglia di dimostrare che lei, in questo campionato, non ha nessuna voglia di passare in secondo piano. E in realtà ha voglia di giocarsela con tutte, non lasciandosi dietro nulla di intentato. Nessuna remora, niente rimpianti da portarsi dietro per questa Udinese. Che ci è piaciuta eccome in una seconda frazione di gioco nella quale ha cercato di essere presente su un numero nettamente maggiore di palloni, lottando strenuamente per avere la meglio in ogni possesso. Questa è l’Udinese che vogliamo vedere, una Udinese che sul campo vuole togliere quante più prerogative possibili al suo avversario di turno. Poco importa ora discutere di singoli episodi o di individualità. Il fatto è che l’Udinese del secondo tempo contro il Milan ad Udine ha dimostrato di esserci e di avere orgoglio da vendere. Solo per qualche tratto di gara specifica in tono ribassato avremmo qualcosa da ridire. Per il resto è una Udinese che ha rappresentato in campo di essere già da ora, con il beneficio pulsante di questo approccio vincente una garanzia per il proprio futuro. Ora non resta che fare altro che costruirsi intorno alle garanzie fornite nel secondo tempo contro il Milan, magari cercando di aumentare, con il beneficio dell’amplificazione maggiore possibile di essi, il riverbero degli effetti positivi avuti nell’arco di quella stessa metà di gara. Non è che l’Udinese al suo massimo potenziale possa essere quella vista nella ripresa contro i rossoneri, ma quel che possiamo dire è che proprio su questi binari può iniziare a correre il treno dell’Udinese. Che magari ampliando la propria potenza, il corredo di cavalli vapore a propria disposizione attraverso un livello di esercizio da incrementarsi sempre di più, può davvero incominciare a dimostrare quel che davvero è capace di essere. Ossia una squadra capace di lottare sempre, potendo magari anche pensare alla conquista di un posto al sole in un campionato di Serie A nel quale è fondamentale saper dimostrare di sapersi battere e saper correre, sempre. Magari dando le più ampia garanzie in questo senso sin da subito. Ed è proprio questo quel che più conta. Per affinare gli altri dettagli e perfezionare ogni discorso complementare, ci sarà sempre il tempo. Nella vita bisogna saper afferrare le necessità preminenti del momento, e quindi… “Carpe Diem”, Udinese dalle concrete speranze di autorealizzazione.
Articolo di
Valentino Deotti
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