A Milano ci aspettano in 70000, già pronti a festeggiare una roboante vittoria. Ci presentiamo all’ombra della Madunina per ciò che siamo. In serie A ne sentiamo di tutti i colori, squadre con allenatori che piangono perché non hanno ricambi (non faccio nomi perché si parla di aristocrazia e non vorrei essere decapitato), altri che vincono tutto e fanno i sofisticati perché la difesa è 10m su o 10 giù. Noi siamo noi, con 1 allenatore che è l’unico maschio al mondo che non vorrebbe allenare una squadra di serie A, con una specialità culinaria a base di carne e besciamella come prima punta e di ricambio non abbiamo neppure la seconda maglia, ci tocca rubare le divise della croce rossa.
Però da quando Gotti è salito in cattedra siamo anche quelli che stanno imparando le tabelline dei passaggi, la geometria del campo, l’aritmerica del possesso e la percentuale di occupazione.
Sembravamo gli ultimi della classe e invece avevamo solo bisogno di un pallottoliere. Nella Milano da bere non siamo andati a prendere una lezione ma a dare ripetizioni. Scusatemi se è poco. Abbiamo giocato palla a terra e in verticale.
Abbiamo capito che se Lasagna non la butta dentro di piede forse può segnare di testa, che Mandragora è uno dei migliori centrocampisti del campionato, soprattutto se consideriamo che gioca solo con il piede sinistro e quindi in condizione di svantaggio rispetto agli altri che hanno due piedi.
Abbiamo capito che Okaka (cit ace ventura, tribù dei cacati) è imprescindibile anche quando non si vede, che Larsen può segnare e che De Paul non è una ballerina dai bei piedi ma un calciatore coi controcosi.
Abbiamo capito che dobbiamo continuare a studiare questa materia perché stiamo imparando tanto.
Ora… impariamo in fretta che bisogna buttarla dentro quando possiamo perché oggi ne avremmo fatto uno in più di loro.
Cosa abbiamo capito? Che ci teniamo Musso e salutiamo Gigione.
Ps grazie per la grandissima partecipazione alla campagna #menotabletpiutagli con cui abbiamo intasato la posta della redazione. Il caporedattore (a cui umilmente prostrato baciolemani) si è arreso e oggi mi gridava cose a proposito di tagli al personale. Poi altre cose che non ho capito perché dovevo scappare.