Devastante Udine a Milano.
Dopo un primo quarto chiuso sotto di sette punti, nel quale i padroni di casa segnano quasi tutto quel che tirano e di fronte la difesa biancanera, marchio di fabbrica, stenta a trovare la quadra contro il totem Paleari e l’altro lungo DeMin, i successivi tre periodi producono un divario di 22 punti (con massimo distacco a +20, quindi 27 di divario parziale): obiettivamente fra le due formazioni ci sono piste di distacco.
Nel secondo quarto le due squadre si affrontano ancora in maniera equilibrata (-2 al 20’), ma al rientro in campo dopo l’intervallo lungo Lino Lardo mostra di esser più bravo del pur valido Ghizzinardi e non schiera un quintetto di bombardieri, ma di feroci difendenti. Disinnescato Paleari, Milano si sbriciola e fra terzo e quarto periodo prende un’imbarcata da diciassette punti che chiude la gara con otto minuti d’anticipo.
Non ritengo così decisivo il fallo tecnico fischiato dalla solita, mediocre coppia in grigio a DeMin, che permette a Joel Zacchetti (per distacco migliore in campo) tre liberi ed un sottomano proprio all’inizio del parziale-monstre di cui sopra. Ingiustificato il nervosismo della panca milanese, punìta anch’essa con un fallo tecnico: i due arbitri (di cui ignoro il nome, e vorrei continuare a farlo), oltre a non conoscere assolutamente il significato dell’infrazione di passi o del doppio palleggio, insomma dal basso di scarse basi di mestiere, permette per due quarti abbondanti ai lunghi di casa di menare sotto canestro come si fosse ad Oklahoma City; la qual cosa sarebbe comprensibile, qualora sotto l’opposta plancia non fischiassero falli a ripetizione (tre nel solo primo quarto a Castelli e gara del fromboliere bianconero virtualmente conclusa) e quattro azioni da 2+1. Facciamo a capirci: io il gioco di Paleari, che di peso sposta l’avversario per depositare a canestro, lo considererei sempre regolare; idem quando il medesimo in difesa si fa sentire sugli avversari, di fisico ed esperienza. Ma allora in una gara debbono essere fischiati venti falli e non quaranta…
Poco male. La GSA vola alle finali ed avrà otto giorni pieni per riposare e preparare la serie più impegnativa dell’anno, contro Bergamo o l’Orceana. Impressionante il livello fisico ed agonistico di Joel Zacchetti, che gioca come solèva fare quando ancora, giovin virgulto, faceva l’ala; Poltroneri si è preso una vacanza martedì sera, ma stasera ha tenuto a galla i suoi nel terribile primo periodo di gara. Truccolo ha prodotto una messe di tripel che neanche i trappisti di Chimay. Preoccupa in prospettiva l’infortunio al ginocchio di Tony Porta (si è chiaramente notata la torsione innaturale dell’articolazione) che si potrà e dovrà valutare da domani in poi. Sperando sia solo una forte distorsione, che gli farebbe perdere al massimo gara-1, non voglio nemmeno pensare a diagnosi meno ottimistiche…
Brava GSA; vincere al PalaIseo, dove in regular season si era perso male, non era semplice; ancor meno dopo che all’inizio i domestici parevano irrefrenabili. Alla lunga, però, è uscita la rotazione, l’esperienza, la preparazione fisica e tecnica ma soprattutto la classe. Complimenti al coach che ha dimostrato, ce ne fosse mai stato bisogno, di essere quasi un lusso per la categoria.