Un passo avanti ed uno indietro. E’ praticamente questo il percorso compiuto dall’Udinese che ha iniziato una nuova esperienza legata allo staff della gestione tecnica che si spera possa portare ulteriori frutti concreti nell’arco di breve tempo, da qui alla metà di aprile. E’ questo il tempo che è lecito poter conferire alla gestione De Canio al fine che quest’ultima possa produrre i suoi frutti a beneficio della gestione sportiva targata, ancora ed immancabilmente, Famiglia Pozzo. La più succulenta fetta di tempo utile a ritrovare la quadra sull’economia di squadra dell’Udinese è rappresentato a ragion veduta manco a dirlo dalla pausa riservata alla Sosta per l’attività amichevole della Nazionale italiana A di calcio. Squadra al lavoro già in questi giorni, quindi, per instaurare nuove sinergie e trovare soprattutto un bagaglio di rinnovate energie utili a trascorrere in maniera proficua il tempo che separa la Serie A dall’epilogo del campionato. E quindi sotto con l’intenso lavoro atletico di mantenimento e potenziamento, e sotto anche con l’arte di dipingere nuove geometrie da apprendere e poi mettere in pratica, previo un intensivo lavoro sul manto verde del campetto di allenamento in zona Udine – Rizzi. Con De Canio probabilmente diviene più facile il lavoro del gruppo, perché il Mister sarà distribuire molto meglio di quanto accadeva sotto la gestione Colantuono i carichi di lavoro. E probabilmente la faccia più “morbida” e accomodante del nuovo mister di Matera fa sentire la squadra tutta più a casa propria rispetto a quanto accadeva prima. Maggiore serenità, che è sinonimo di una preparazione più confort e più gradita al grande gruppo bianconero. Questo non significa certo tirarsi indietro, non significa tirare i remi in barca, perché con il Deca la squadra lavora con costanza e uniformità molto maggiori. Questo avviene pure per il fatto che si remi tutti per un verso, visto che con De Canio dovrebbero registrarsi davvero molti malumori in meno, stando a quanto riferiscono i soggetti – una cifra più autorevoli e quotati di noi – costantemente e direttamente vicini all’attività dell’Udinese. In sostanza tutti impegnati di buzzo ottimo, al fine di ritrovare sé stessi in ogni forma e a tutti gli effetti. Il tempo è pochissimo, perché bisogna arrivare alla partita con il Napoli con una macchina squadra già rodata in maniera quantomeno dignitosa. Bisogna crescere ancora di un buon 30 percento rispetto alla partita contro il Sassuolo a Reggio Emilia, perché non ci si possono permettere dei passaggi a vuoto come quelli che hanno permesso al Sassuolo di recuperare ottenendo presto il pareggio in casa propria. Ma, lo sappiamo con certezza pressoché assoluta, questo è il difetto delle squadre condotte da Mister De Canio, che soffrono di amnesie in corso di partita. Nessuno tecnico si può dire conduca alla perfezione la propria squadra, ma le squadre di De Canio hanno proprio questo difetto. Nel corso di una partita si afflosciano, e dunque il mister dovrà essere probo nell’indottrinare i suoi proprio nelle more di quanto attiene alla resistenza fisica della squadra nell’arco di una gara considerata nella sua totalità. Non si vincono le partite mollando nel bel mezzo di una gara, e dunque prima della gara contro il Napoli a Udine saranno richiesti come detto sostanziali passi avanti. Questo non significa che si pretende che l’Udinese vinca tutte le partite di fia, anche quelle contro le cosiddette grandi, perché sappiamo che tale obiettivo non è minimamente alla portata della squadra bianconera friulana. Non si può pretendere di arrivare di punto in bianco in paradiso, ma di certo di può pretendere di portare a compimento quei passettini annoverati in uno specifico cronoprogramma che ormai è delineato. Dall’Udinese si deve poter pretendere di inanellare quantomeno due pareggi rispettivamente nelle gare contro il Napoli e la Sampdoria che verranno immediatamente dopo la sosta di domenica prossima. Poi contro il Chievo bisognerà assolutamente vincere, e non sarà facile potrebbero essere ancora in gioco per qualche traguardo da raggiungere anche allora. Alla Fiorentina a Udine bisognerà rendere filo da torcere, anche se l’Udinese anche qui si potrebbe accontentare di un punticino. Al Meazza contro l’Inter praticamente non vi è speranza di far punti, ma a questo punto l’Udinese non avrà nulla da perdere, potendo giocare a viso aperto e confidando magari in qualche episodio a favore. A questo punto la gara contro il Torino in casa, ad Udine, dovrebbe essere proprio quella della matematica salvezza, visto che a quel punto il bilancio stagionale del Torino dovrebbe essere già coronato. Largo quindi all’ultimo colpetto che l’Udinese deve assestare per salvarsi. Al limite, se le cose non andranno proprio secondo le nostre modeste previsioni, l’Udinese potrà salvarsi facendo bene contro l’Atalanta a Bergamo (un punto potrebbe anche andare…) e contro il Carpi ad Udine, nella gara rispetto alla quale si richiede all’Udinese un ulteriore risultato positivo. L’importante, come detto prima, e che l’Udinese possa ritrovare appena possibile la forza delle proprie idee e delle proprie ragioni. Ma l’Udinese con il Deca sembra lavorare davvero molto bene, e queste ci infonde sostanziali speranze rispetto al poter avere davanti una Udinese che i punti se li prende riscoprendo la buona, vecchia, sana faccia tosta della gestione De Canio che fu. Quella volta si fece bene pure andando avanti per qualche turno in UEFA Cup / ora Europa League. Ricordiamocelo, e teniamo presente pure che De Canio la sua cera non l’avrà certo persa. Anzi, forse l’avrà proprio consolidata: l’esperienza insegna, e fa maturare.
Articolo di
Valentino Deotti
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