C’era una volta un tecnico che disse: “Si, questa è la mia squadra, e la guiderò io a modo mio”. Questo tecnico si chiama Gigi, e viene proprio da quella Aquileia famosa per essere il fulcro territoriale intorno al quale si formò una regione famosa proprio per la laboriosità dei suoi abitanti. E di cotanta laboriosità questo tecnico ha fatto l’impronta distintiva anche sua, visto che da quando è iniziata la favola, questa sua favola ambientata intorno alla città di Udine, egli ha deciso proprio di far lavorare i suoi uomini proprio al ritmo di una operosità che dovrebbe essere a dir poco esemplare, per come si configura. Da quando Gigi da Aquileia mise le mani sulla creatura bianconera, la stessa nella quale egli ha sempre creduto in quanto è espressione del Friuli da dove lui stesso ha tratto le origini, la squadra stessa ha incominciato a brillare della stessa luce che rende splendenti – udite udite – le pepite d’oro. E se queste sono le premesse di una favola che si spera sia molto lunga e provvida, allora anche noi a favole come questa incominciamo a crederci. Se non altro per un motivo: questa non sarebbe altro che l’ennesima favola che ha protagonista sua maestà il mister più quotato del Friuli oggi in corsa. Giusto perché se questo è il mister che è stato protagonista della favola Chievo che ha visto una squadra della provincia italiana e veneta arrivare chissà dove lassù, nel bel mezzo dell’Olimpo del calcio che conta un motivo ci sarà, così come vi sarà per ogni altra florida storia che ha avuto per protagonista quello che può venire chiamato, a tutto diritto “un Mister con i baffi”. E se per effetto della cura portato avanti dallo stesso maestro del calcio, l’Udinese anch’essa squadra della periferia che conta ha ripreso a volare dal punto di vista agonistico come faceva solo quando passava per le mani di un altro triveneto eccellente, altrettanto amato da queste parti, che risponde al nome di Francesco – “San Francesco” Guidolin – altrettanto succoso e valido motivo di background ci sarà. Giusto perché l’Udinese alimentava questi fasti solo quando da queste parti c’era un mister che “pedalava” come nessun altro, e proprio nell’era nella quale dalle stesse parti è piombato il mister che per credenziali e qualità più assomiglia al tecnico di Castelfranco appassionato di ciclismo l’Udinese sta prendendo il volo e sta per consolidarsi di nuovo lassù, laddove ben pochi sono stati capaci di condurla. Ossia nell’olimpo delle squadre che si contraddistinguono per una qualità di primaria importanza, quella qualità che proprio l’Udinese era chiamata ad implementare ed integrare nuovamente nelle sue logiche. E da quando ad Udinese si è incomciata a raccontare questa favola molto concreta, la favola di un allenatore capace di far carburare al meglio l’Udinese con tutta la sua cavalleria, finalmente si può ricominciare a parlare di una Udinese che l’intensità la professa giorno per giorno, o per meglio dire giornata per giornata. Non sappiamo quanto durerà questa favola questo no, ma abbiamo quantomeno avuto il piacere di iniziare a raccontarla proprio nel momento giusto. Nel momento nel quale l’Udinese aveva bisogno di una sferzata di quelle toste, ed è scesa allo Juventus Stadium di Torino sotto la guida di un uomo di calcio che proprio lui, e solo lui, ora come ora questa sferzata era in grado di impartirla. E fu così che si è incominciato a raccontare questa favola, che racconta di una Udinese che ha tenuto debitamente sotto scacco per tre quarti di gara la Juventus in quel di Torino e sopratutto lo ha fatto dimostrando una qualità nuova che dovrebbe garantire un certo futuro alla favola del tecnico coi baffi. Per quella di Del Neri ad Udinese è una favola che non si regge di certo sui castelli in aria ed è questa la novità più concreta. Si basa invece su una grande sistematicità, visto che sabato scorso ogni anello della gruppo bianconero cooperava con grande armonia, coesione e compattezza. Se è vero come risulta essere vero che non si vedeva da molti anni a questa parte una Udinese così coordinata e corale, che fa della sistematicità dei suoi sistemi e del suo grande carattere “insegnato ed impartito” le sue armi migliori, allora si possiamo dire di essere di fronte a quella stessa rivoluzione che tanto si invocava da queste nostre parti calcistiche, ossia quella della solidità. E se proprio quando era necessario imperversa dalle nostre parti proprio questa qualità che è una delle migliori basi sulle quali si sono rette altre favole splendide del nostro calcio allora si, possiamo proprio dire che si, anche la favola di Mister Gigi, Re di Aquileia, è destinata a durare proprio secondo gli antichi fasti di altri tempi, in special modo se nel futuro prossimo si scriveranno di filato altre tre pagine consecutive di questa favola: tre o quattro incontri facili da gestire sono alle porte, e proprio in questi tre o quattro incontri, da giocarsi nell’ordine contro il Pescara (a Udine) il Palermo (in terra siciliana) il Torino (a Udine) ed il Genoa sul difficile campo genovese di Marassi potranno facilmente dirci “si, diverse pagine della favola di Mister Gigi da Aquileia potranno essere scritte, proprio nel “Friuli” tessuto nel quale sono incarnati lui, un mister con i baffi, e la sua squadra, una provinciale con i baffi che sta riscoprendo nuovamente e per gradi quali sono le sue mirabili prerogative vincenti, quelle con le quali in altri tempi faceva faville e quelle che probabilmente le permetteranno di affacciarsi ad un futuro dal riscoperto valore: un futuro all’insegna di quella gran cosa che si chiama solidità, e che guarda un po’, fa rima con continuità. Proprio quello che in altri tempi c’era e che nell’era corrente rischiava di mancare ancora a questa Udinese. Che ora, grazie a mister Del Neri, potrebbe ritrovarsi in tutt’altre acque decisamente più propizie. Tempus regit actum: il futuro, anche prossimo diremo, sarà giudice…
Articolo di
Valentino Deotti
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