Nel calcio non accade sempre, ma oggi ha vinto chi ha giocato meglio ed ha creato di più.
Se si fanno tre tiri in porta di cui uno fallito da 3 metri è difficile portare a casa punti. La palla gira lenta, ciò dà l’ impressione che non si corra ma non è così. Il problema è che manca la chiave del centrocampo che a mio parere è Konè. Gli altri non fanno male ma, se ci si copre troppo, come è accaduto quando è uscito Evangelista ed è entrato Badu, poi diventa complesso essere attivi in attacco. Questi sono ragionamenti da allenatori e li lasciamo a chi di dovere, quello che possiamo dire è che nel primo tempo lo 0 a 0 ci stava, nel secondo l’ Udinese non ha avuto quella sferzata che di solito ha e gli permette di domare l’ avversario. L’ attegiamento remissivo e timoroso della seconda metà è la cosa che ha inciso di più, può essere stata la pausa che ha fatto calare la tensione, ma c’è da dare merito ad un ottimo Torino. Ora ci sono delle cosette da sistemare, concediamo un poco troppo e si conclude poco, discorso che spesso si faceva lo scorso anno. Ciò non significa che si giochi come l’ anno scorso ma forse…’a volte ritornano’ e sono fantasmi che vanno cacciati in fretta per riprendere un cammino cominciato bene seppun con un gioco non così spettacolare ma solido e concreto. Se parliamo di classifica tutto bene ed infondo se Théréau l’ avesse messa dentro ci sarebbe un punto non da buttare, se parliamo di prestazioni c’è molto da lavorare. Torino è decisamente amara per la banda di Strama, giriamo pagina, contro l’ Atalanta rientra il raccordo fra centrocampo ed attacco che si chiama Konè, pronti a riprendere la retta via.