Abbiamo assistito all’ennesimo “scempio” calcistico offertoci dalla Nostra Udinese che al Friuli Dacia Arena ha inanellato la settima sconfitta consecutiva maturata dopo l’ennesimo rovescio casalingo in favore di una determinata e compatta, sotto tutti i punti di vista, Fiorentina. Si trattava della gara non giocata giusto un mese fa per la tragedia che ci ha strappato troppo presto il Capitano viola Davide Astori. Le due contendenti giungevano all’appuntamento (sportivamente parlando) con stati d’animo opposti; in virtù appunto delle sei sconfitte consecutive bianconere che facevano da contraltare ai quattro successi di fila dei toscani. Praticamente il match non ha avuto storia, tanto che si intuiva già dai primi minuti chi e come avrebbe condotto l’incontro. Guidati da un devastante Enrico Chiesa capace di mettere costantemente in apprensione il nostro reparto difensivo, per non parlare poi dei vari Benassi, Veretout e Saponara autentici padroni del centrocampo. Gli uomini di Mr Oddo invece si presentavano con un 2/3 variazioni rispetto a Bergamo e potevano contare sul rientro di Barak e sul reinserimento (partendo dalla panchina) del proprio (unico) alfiere Lasagna. L’incontro si sbloccava verso la mezz’ora quando una percussione di Falcinelli, proseguita poi da Chiesa, portava quest’ultimo ad essere platealmente steso in area di rigore da un disattento quanto ingenuo Pezzella, concedendo così il penalty che successivamente Veretout realizzava spiazzando il nostro estremo difensore.
Nella ripresa Mr Oddo si correggeva immediatamente e così Jankto ed il giovane Ingelsson andavano a rimpiazzare il “lentissimo” Halfreddsson e lo “sperduto” Pezzella ed era proprio il ceco, al 47′, a creare l’unico pericolo per Sportiello che neutralizzava in bello stile un sinistro del numero 14 bianconero indirizzato verso l’incrocio dei pali. Un maggior volitivo De Paul, ma sempre inconcludente e troppo lezioso, ed appunto i nuovi innesti, con susseguente cambio di modulo (4-3-3), facevano sperare in un ipotetico recupero, ma al 71′ il neo entrato Simeone chiudeva la gara andando a realizzare con un rasoterra dal limite giunto al termine di una triangolazione che non ha trovato nemmeno nei contrasti la minima opposizione da parte della nostra retroguardia.
Ricapitolando; i bianconeri hanno perso 7 partite di fila, mancano ancora 8 gare alla fine del torneo e per fortuna abbiamo ancora 9 punti di margine (grazie alle concomitanti e sonanti sconfitte odierne di Verona e Crotone) dalla linea rossa dove appunto i calabresi con i loro 24 punti sono terz’ultimi ed allo stato delle cose attualmente accompagnerebbero nella serie cadetta gli scaligeri ed il Benevento. Questo per dire che mai ci saremmo immaginati a dicembre di trovarci in questa situazione, ma nemmeno a gennaio…nonostante l’evidente rallentamento. I dati del 2018 sono impietosi e la classifica del “ritorno” ci vede fanalino di coda con appena 6 punti. Bisogna assolutamente fare i 6/7 punti per raggiungere la fatidica “quota 40”; personalmente però non è accettabile da una squadra capace di raccogliere all’andata ben 27 punti, né raccolga nella fase discendente circa la metà. Chi ha la responsabilità decisionale deve, se vuole, assolutamente capire che non si può più scherzare con il fuoco e che è da troppo tempo che la Nostra Meravigliosa Tifoseria si contraddistingue anche per una pazienza quasi infinita.