Quella che doveva essere l’ennesima gara spartiacque per la Nostra Udinese si è invece rivelata come un’ulteriore prestazione da aggiungere alla oramai consistente collana da “horror” che da troppo tempo la squadra ci continua a regalare; offrendo all’ordinato e volitivo (ma nulla più) Cagliari TRE punti se non fondamentali, certamente corroboranti per tirarsi fuori dalle paludi di una classifica che dopo i risultati di ieri torna a fare paura, non solo per la posizione, ma anche e soprattutto per il “nulla” visto ieri ed il calendario che all’orizzonte vede stagliarsi nell’ordine prima, fra le mura amiche, la capolista Napoli e successivamente la trasferta di Crotone (inframezzati dal turno interno di Coppa Italia contro il Perugia). Alla vigilia della gara una delle incognite più temute era quella relativa a come la formazione bianconera si fosse presentata dopo tre settimane di forzato “stop”, periodo in cui prima la gara di Roma contro la Lazio è stata posticipata per il nubifragio abbattutosi sulla capitale e poi allo tsunami “nazionale” che ha avuto come epicentro il Meazza di Milano. Detto questo penso che tutti sapevano dell’importanza del match contro gli isolani, curiosamente incontro tra due squadre incapaci ancora di pareggiare, perché si doveva dare per forza continuità alle due vittorie ottenute contro Sassuolo ed Atalanta e che in qualche maniera avevano “compensato” lo “0” conquistato nelle prime due sfide di campionato opposti a Chievo e Spal.
Invece la “coerente” alternanza (anche dei risultati ottenuti sotto l’arco dei Rizzi) degli uomini di Mr Delneri (?) ha visto uscire sulla ruota di Udine per la quarta volta, su 7 gare disputate, il segno “2”; con la squadra (non solo) a fine gara fischiata e contestata da un’encomiabile, meravigliosa e giustamente spazientita Tifoseria. Per la cronaca della partita ricordo al 9′ uno sciagurato colpo di testa da sotto misura di Maxi Lopez che non riusciva ad indirizzare in rete la respinta di Rafael susseguente ad una bordata da fuori di Barak e ben tre provvidenziali interventi di Bizzari, due a disinnescare Pavoletti ed il terzo su Farago’ e che avrebbero potuto indirizzare già nella prima frazione di gioco il match a favore degli ospiti. Casualità dei numeri, al 9′ della ripresa , invece, la premiata ditta Samir-Danilo-Widmer-Bizzzarri (all’appello mancava solamente Angella ed il pacchetto difensivo era al completo) confezionavano la “dormita” che permetteva al “gigante” Joao Pedro di segnare di testa la rete che poi sarebbe risultata decisiva ai fini del risultato. Dopo quasi il nulla se non citare l’intervento della VAR, a tempo scaduto, che sanciva l’espulsione dell’estremo difensore bianconero per un fallo al limite dell’area e che conseguentemente rilancerà tra i pali domenica prossima Simone Scuffet. Ora tornano i processi, l’allenatore nuovamente sulla graticola, nominativi di possibili sostituti etc. etc.; ma io faccio una riflessione ed una provocazione…analizziamo in questo primo terzo di stagione come, contro chi ed in quale maniera siano state vinte le 4 partite che portano in dote i 12 punti che cita la graduatoria e poi, facendo un giro di parole..il “vecchio Paron” od il “Paron vecchio” qualche tempo fa avrebbe concesso/permesso all’allenatore di perdere, appunto, 8 gare su 12 (se volete aggiungeteci pure i risultati ottenuti alla fine della scorsa stagione) senza intervenire in maniera chiara ed inequivocabile…