Dopo il buon pareggio di Torino, oggi l’Udinese era attesa dall’impegno casalingo al Friuli Dacia Arena che la metteva di fronte ad una delle compagini più in crisi del torneo, quel Genoa che dopo un discreto girone d’andata, nel ritorno ha inanellato una serie di risultati negativi che l’hanno pure portata al cambio della guida tecnica, con l’arrivo di Mandorlini al posto di Juric dopo l’inopinata sconfitta per 5 a 0 patita in quel di Pescara. Proprio da una sconfitta interna identica nel punteggio, con l’Atalanta straripante a Marassi, oggi giungeva in Friuli il grifone che pare aver perso completamente i propri artigli. Sulla carta poteva sembrare una partita scontata, ma ciò che ha reso “facile” il compito degli uomini di Mr Delneri, usciti tra gli applausi dopo un sonoro successo per 3 a 0, sono state le scelte azzeccate dell’allenatore friulano, il giusto atteggiamento della squadra sin dalle prime battute confortate anche dalla costante crescita di alcuni elementi (oggi De Paul su tutti) e la consapevolezza di essere (finalmente) una squadra dove tutti sanno cosa fare, facendo passare in secondo ordine anche le importanti assenze di ben due gioiellini come Fofana e Jankto. Certo il resto lo ha messo un Genoa molto dimesso e che a mio parere si è dimostrato l’avversario più modesto (al pari del Bologna) affrontato quest’anno sotto l’arco dei Rizzi.
Da subito i friulani davano l’idea di voler indirizzare il match su binari favorevoli e dopo tre-quattro azioni di assaggio affondavano il primo colpo con un magistrale destro dal limite di De Paul che al 20′ sbloccava il risultato portando i propri meritatamente in vantaggio. Una decina di minuti più tardi, sugli sviluppi di un corner, ci pensava Zapata con una pronta girata di sinistro sotto la traversa a mettere praticamente in ghiaccio la gara realizzando praticamente la propria quinta marcatura in altrettante partite, anche se il goal dello 0 a 2 di domenica scorsa a Torino passerà agli annali in favore di Perica. La ripresa si apriva con la rete direttamente su calcio d’angolo di De Paul, con la complicità dell’estremo difensore rossoblu Rubinho, al quale comunque verrebbe attribuita l’autorete che priverebbe così il nostro Nr 10 di festeggiare la sua prima doppietta. Da lì in poi la partita praticamente non ha avuto più storia e le sei sostituzioni effettuate da entrambi gli allenatori non hanno poi mutato ne’ il corso del match, né tantomeno il risultato che ha premiato così la squadra più forte e maggiormente in salute.
Paolo Matrecano