Deve continuare a combattere l’Udinese, e deve farlo fronteggiando uno dei più comuni mali oscuri delle formazioni di medio-basso cabotaggio e blasone. Il problema ruota intorno ad un semplicissimo concetto: l’Udinese non dispone del livello di preparazione atletica del quale dovrebbe disporre per poter disputare un campionato con la continuità sufficiente. E questo è più o meno sempre lo stesso problema che andiamo discutendo e snocciolando da almeno un paio di settimane, se non più… Entrando maggiormente nel dettaglio questa Udinese non dispone delle energie necessarie a durare il tempo di un’intera partita. Lo abbiamo visto emergere chiaramente i lineamenti di questo fenomeno praticamente in tutte e sei le partite disputatesi sino ad oggi, ma in particolare abbiamo notato come questo fenomeno si sia ingigantito nel corso delle due ultime partite. Quelle contro il Milan ad Udine e contro il Bologna in terra emiliana, laddove è stato facilissimo notare l’evidente linea di demarcazione sostanziale che ha separato il primo tempo dalla seconda frazione di gioco. In entrambe le occasioni nel secondo tempo l’Udinese è letteralmente risorta, ed è quindi parsa limpidissima in entrambe le occasioni la differenza in termini di qualità tra le fattezze dell’Udinese vista nella prima parte di gara e quella riscesa in campo al rientro dagli spogliatoi. In entrambe le occasioni nel primo tempo l’Udinese è parsa l’ombra di sé stessa. Una squadra incapace di produrre azioni in linea con la qualità degli uomini che compongono la propria rosa; incapace di impensierire in misura sufficiente l’avversario di turno, che in entrambe le gare ha avuto modo di passare avanti in misura più o meno evidente. Il Milan nel primo tempo della partita di circa una settimana fa a Udine ha avuto modo di vibrare tre schiaffi ad una Udinese in stato comatoso, una squadra totalmente inerme in campo contro una squadra rossonera che come sappiamo nei primi 45’ ha fatto quel che ha voluto. Poi l’Udinese ha incominciato a correre in un secondo tempo nel quale è riuscita a tirare su la testa per ben due volte con due gol che facevano sperare addirittura in un pareggio. Un tale cambiamento di resa non trova altra giustificazione che in una sonora lavata di capo alla squadra estesa da parte di Mister Colantuono, che dovrebbe essere avvenuta nell’intervallo negli spogliatoi dello Stadio udinese. E una strigliata di medesima portata dovrebbe essere avvenuta in quel di Bologna, laddove l’Udinese nel primo tempo non è riuscita neanche lì a produrre gioco in maniera e misura sufficiente, dimostrandosi svogliata ed incapace di opporre le adeguate reazioni ad un Bologna che nel primo tempo ha avuto una “vita” tutto sommato abbastanza facile. A questo punto ci si domanda come questa Udinese abbia bisogno di essere messa sotto prima di alzare adeguatamente la testa, arrivando per forza a puntare il dito contro la preparazione dal punto di vista motivazionale della squadra, affidata a Mister Colantuono che deteneva la nomea di motivatore per eccellenza. Ci dev’essere qualcosa che non va in questa squadra, che non è che per forza deve necessariamente andare sotto con il risultato per ridestarsi, per capire con quale determinazione, con quale faccia affrontare l’avversario, a prescindere dalla dimensione oggettiva detenuta dall’avversario di turno. L’Udinese che ci serve adesso, adesso che bisogna necessariamente correre al fine di mettere in cascina un bottino cospicuo in termini di punti, è una squadra che deve essere capace di prendere le misure all’avversario e che non ha bisogno di essere pungolata al fine di mettere in campo le risorse e le prerogative, oltre che le qualità, in proprio possesso. Ci vuole una Udinese autonoma al punto di vista della personalità che non deve avere paura di guardare in faccia l’avversario e di fronteggiarlo dal primo all’ultimo istante di ogni gara. Non bisogna andare a rischiare di affogare per incominciare a nuotare verso riva, in buona sostanza. E quel che più conta se si vuole arrivare a riva, cioè alla meta desiderata, prima e con meno fatica degli altri bisogna dimostrare di saper nuotare senza incertezze sin dalle prime bracciate. E siccome siamo convinti che questa Udinese è capace pure di nuotare con classe, non solo di salvarsi dall’annegamento alla disperata, allora a questo punto ci aspettiamo di vedere in campo una Udinese capace di guadagnare metri nel mare magnum del campionato con l’utilizzo dell’intera gamma di risorse tecniche ed energie a propria disposizione. Perché non è che devi puntare a restare solamente a gallla, se le tue abilità natatorie ti permettono di ben figurare con un buon piazzamento al traguardo finale. Non che si pretenda che questa Udinese metta la testa più avanti rispetto a molte altre formazioni nel suo incedere verso il traguardo. Di certo invece si pretende che questa squadra non si risparmi più una sola bracciata, dando il cento per cento dell’impegno come sinora non ha dimostrato di fare. E a quel punto si che l’Udinese potrà superare molte altre contendenti toccando il traguardo di classifica desiderato. Magari anche con un certo anticipo rispetto alle previsioni.
Articolo di
Valentino Deotti
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