Ci sono evenienze al verificarsi delle quali non si vorrebbe di buon grado riscoprire il proprio ruolo di anticipatori di verità, ma – a questo punto si potrebbe dire anche purtroppo – l’andamento delle cose spesso ricalca proprio in qualche modo delle linee che si erano già tracciate, bene o male. E quindi non si può fare altro che prendere atto di averci azzeccato anche stavolta, raggranellando i cocci della situazione che si viene a creare. In questa puntata di “Punto Bianconero” non faremo altro che fare semplicemente questo, perché dopo aver intravisto che la nostra Udinese avrebbe avuto le sue belle difficoltà nel confronto con le concorrenti dirette anch’esse candidate ad una salvezza ottenuta con l’onore delle armi abbiamo avuto la certezza di un fatto assai spiacevole come questo in seguito all’ultima gara fuori casa dell’Udinese, quella contro il Frosinone in terra ciociara. L’avevamo detto, l’Udinese non regge l’impatto con quelle gare nelle quali si va in qualche modo a decidere il suo futuro, perché rispetto ad esse non riesce a porsi in maniera proficua, e così è stato nella pratica. La conferma di questo dato è arrivata proprio dalla dinamica della gara contro il Frosinone in terra laziale, che ci ha detto di una Udinese che si è fatta sopraffare in lungo ed in largo per la gara, da un Frosinone che è parso superiore a lei sotto ogni punto di vista. In primis sotto quello della motivazione specifica alla gara, questo perché i gialli laziali hanno incominciato sin da subito ad imprimere il loro marchio sulla gara, con l’Udinese che se n’è rimasta attonita ad assecondare l’imperversare dell’azione avversaria quantomeno per tutto il primo terzo di gara, salvo poi farsi vedere a mezzo di qualche contropiede che usando un eufemismo andiamo a definire come “poco convinto”. Ma non è soltanto una questione di scarsa convinzione proiettata sulla partita, perché questa Udinese è parsa pure assai scarica dal punto di vista sportivo e fisico e pure estremamente scoordinata dal punto di vista dell’ordine tattico specifico nell’occasione assai confuso, disparato. A questo punto ci si deve chiedere come mai l’Udinese vada a “perdere la brocca”, ossia la quadratura psicologica e generale, proprio in occasione di un non proibitivo scontro contro una formazione di rango e di possibilità assai inferiori rispetto alle sue, e soprattutto si deve arrivare a puntare l’indice contro l’atteggiamento dominato dal disordine che ha contraddistinto l’Udinese ultimamente vista scendere in campo. E quindi ne discende che venga naturale pensare che le metodiche di preparazione alle partite attualmente utilizzate non siano proprio il massimo, e a suffragare questa tesi ci si sono messe pure alcune recenti dichiarazioni del Patron bianconero Pozzo che andavano a sottolineare praticamente come questa Udinese di Colantuono sembri allenarsi in settimana attraverso metodiche ritenute in qualche modo non alla sua propria altezza. Questa Udinese si allena male: suonava praticamente in questo modo la sintesi delle ipotesi lanciate poco più di una decina di giorni fa dal Patron Pozzo. E a questo punto trova una giustificazione pure una partita scialba e sciatta come quella giocata dall’Udinese in terra laziale, una partita dominata dalla pressoché assoluta inofessinsività dell’Udinese che così ha perso per strada altri tre punti, non mettendosi al sicuro e scivolando addirittura assai pericolosamente nella zona caldissima della classifica, quella a ridosso delle primissime candidate a scivolare nella categoria inferiore, che non è altro che la serie B. A questo punto, messa com’è messa l’Udinese in classifica, bisogna solo sperare che domenica prossima, contro la Roma al “Friuli”, possa arrivare quel punticino toccasana in grado solo lui di infondere un coraggio nuovo e ritrovato alla truppa bianconera. Perché altrimenti, in caso di mancato pervenimento di punti dalla sfida ad Udine contro la “Grande Lupa”, per l’Udinese si spalancherebbero scenari che preluderebbero davvero all’imponderabile. Speriamo quindi che quest’Udinese riesca a risollevarsi prontamente nell’arco della prossima partita, o quantomeno a trarre in qualche modo conforto, al fine di scongiurare un botto come quello che sarebbe rappresentato dalla caduta sino in zona retrocessione della squadra di mister Colantuono. Finire così in basso nella stagione nella quale si è dato un lustro nuovo ed eccezionale allo Stadio locale di Udine rappresenterebbe davvero la più imperdonabile delle sconfitte. Un buco nell’acqua che non si potrebbe perdonare peraltro per il modo con cui e maturato: troppe davvero sono state le fatiche vissute quest’anno da una Udinese che sfruttata appieno dal punto di vista del suo potenziale poteva davvero arrivare a far compagnia a formazioni che albergano a ben altri livelli di classifica e rispondono al nome di Bologna ed Empoli, giusto per fare un paio di nomi di provinciali egregie che starebbero allo stesso livello reale di qualità dell’Udinese, se consideriamo l’ossatura tecnica di discreto pregio che sulla carta ha la squadra bianconera. Quindi, Udinese, tira fuori le unghie, perché sennò di qui a poco succede davvero quello che non ti meriti minimamente. Noi dal caso nostro facciamo ogni scongiuro del caso rispetto a questo, certi del fatto che l’Udinese sappia dribblare ogni difficoltà arrivando alla fine con i numeri sufficienti a garantirsi ancora un posto nella massima serie calcistica. Quindi cara Udinese ascoltaci e performa ancora qualche sforzo in questo rush finale, perché scendere di un livello sotto vorrebbe dire pagare un prezzo davvero troppo alto per quel che è in verità il tuo valore assoluto… Una discesa in categoria inferiore alla fine dei conti non la meritiamo: starebbe stretta sia a te sia ad una piazza come quella di Udine, che sino ad oggi ha rappresentato molto per il calcio che conta distinguendosi con grande dignità e portando sempre la bandiera alta levata nel corso delle sue battaglie per la dignità sportiva.
Articolo di
Valentino Deotti
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