Soffrire, soffrire ed ancora soffrire, questo sembra essere allo stato attuale il sentimento che meglio si addice alle prestazioni della nostra, cara Udinese. Domenica scorsa e’ stato “violato” per la prima volta il “nuovo” Stadio Friuli ed e’ stato raccolto un punto tutto sommato equo al cospetto di un Genoa, sicuramente meglio organizzato di noi, ma che non avendo tra le sue fila un “vero” bomber, Pavoletti e’ stato schierato solo nella ripresa, non e’ stato in grado di farci piu’ male. Anzi, sul finire, l’azione personale di Marquinho e la traversa di testa colta da Widmer, stavano per farci esultare per una vittoria che non avrebbe fatto gridare allo scandalo, visto che ultimamente, possesso palla ed azioni pericolose non sempre portano in maniera scientifica i tre punti nella direzione che sembrerebbe piu’ meritoria. A questo punto bisogna essere realisti e quindi andare oltre al mero valore dei risultati, quindi la vittoria di Bologna sommata al pari contro i genoani, porta a due giornate consecutive la striscia positiva, ma non puo’ cancellare o negare il fatto che i bianconeri sono in piena emergenza, sia per gli infortuni che si sono susseguiti, sia per alcuni elementi in ritardo di preparazione, ma anche per po’ per la “confusione” che lascia trapelare il timoniere. Personalmente non comprendo perche’ prima della gara contro l’Empoli, siano stati lanciati messaggi del tipo “non siamo costretti a vincere”, poi seguiti da un “ero convinto che il modulo con il quale ci siamo schierati nel primo tempo a Bologna, non fosse il piu’ adatto”. Per chiudere con un’altra decisione che mi ha lasciato un po’ interdetto, cioe’ quella di schierare contemporaneamente dal 1° minuto sia il “bentornato” Felipe, sia l’altro “cavallo di ritorno” Lodi che il “buon” Marquinho. Cio’ significava certamente andare incontro a potenziali “cambi”, appunto perche’ si trattava di tre uomini ancora in “ritardo” (parole di Mr Colantuono). Ora c’e’ la sosta e speriamo che questo periodo possa essere utile a tutto l’ambiente per sistemare alcuni aspetti, fermo restando che sono convinto che trovare soluzioni ed alternative all’assenza di Duvan Zapata, si parla anche di oltre quattro mesi lontano dal rettangolo di gioco, sara’ il punto focale sul quale concentrare buona parte delle riflessioni. Questo perche’ in poche parole la squadra, a parte alcuni altri nuovi elementi, ma che non reputo determinanti, e’ al stessa dell’anno scorso e sappiamo quanto e’ stata dura. Pensiamo positivo e prepariamoci nella maniera migliore per fare in modo che domenica prossima il Verona resti ancora l’unica compagine ancora a secco di vittorie (non sono discorsi scaramantici o peggio ancora per “tirarcela” dietro, sono meramente dati statistici)….