Sono un fermo sostenitore della teoria che il nostro destino ce lo disegnamo noi con le nostre stesse mani. Tuttavia la vita in questi anni mi ha insegnato che ci sono delle volte in cui, nonostante tu faccia tutto il necessario per eccellere, i tuoi sforzi risultano vani.
Ti prepari, sei carico, determinato e sicuro, poi, la partita ti scivola via dalle mani per un piccolo dettaglio. Le occasionalità esistono e possono essere determinanti nell’immediato, ma sul lungo periodo la fortuna e la sfortuna si bilanciano sempre. Bisogna stare pronti per cogliere i momenti e le opportunità giuste. In questa situazione sembra che tutto vada storto. Per ottenere un piccolo risultato devi profondere un grandissimo impegno ed alle volte, comunque, non ottieni ciò che vuoi. La dea Eupalla esiste? Non ci é dato di sapere, in quanto umani, questa come un sacco di altre cose. Si sà però che le sconfitte devono servire per il futuro, imparando dagli errori, per cercare di premiare i successivi sforzi che con il lavoro, la grinta il cuore e come condimento, un po’ di ottimismo che ad un gruppo giovane come quello bianconero può servire da miccia per accendere quell’ entusiasmo spavaldo e fantasioso che è stato il carburante di questa stessa squadra nelle ultime 8 giornate dello scorso anno, può traghettarci fuori dalla melma. Siamo proprio sicuri che squadra ed allenatore non facciano del loro meglio per uscire da tale situazione? Strano che ancora non si parli di torti arbitrali, complotti vari o giocatori che non s’ impegnano ed, a detta di quelli che in teoria sanno, sono stati visti a destra ed a manca ubriachi e ormai l’ allenatore non ha più in mano lo spogliatoio. Di solito in questi casi accade sempre, ma invece di tutte queste assurde dietrologie non si potrebbe semplicemente pensare che il calcio, pur se sembra strano, è un gioco e come tale la componente fortuna vale almeno per il 50% del risultato. Nessuno gioca per perdere ma a volte non gira, la stagione non è quella giusta e più va male e purtroppo, più ci si confonde così anche le cose più semplici non riescono e si rischia grosso. Non è colpa di nessuno o di tutti ma è così. Allora nel calcio cosa si fà? Per dare una scossa si tende a cambiare l’ unico tassello che ‘si può cambiare’ l’ allenatore, dato che la squadra o la società non si può. E’ giusto? Spesso no, nel caso dell’ Udinese direi che sarebbe sbagliato perchè sai quello che lasci, ma non sai quello che trovi e se poi non và richiami Galeone? Vincere un terzo delle partite che mancano significherebbe praticamente essere salvi, febbraio sarà il mese in cui capitalizzare di più perchè poi ci sarà il ciclo terribile, diciamo che a marzo si potrebbe già sapere quanto e se dovremo soffrire.