Al Friuli per l’ anticipo delle 18 c’è il Napoli, non è quello della mano de Dios, come l’ Udinese non è quello del Galinho, ma è una partita comunque molto sentita. I due allenatori schierano le squadre in modo praticamente speculare ma è l’ Udinese rinata di Delneri che fà la partita. Una bella partita, intensa e poco fallosa. I bianconeri creano e non riescono a concretizzare anche per la giornata poco felice del Panteron, in versione più gattino che pantera.
Matos, oggi al posto di De Paul, si fa notare per buoni spunti, la difesa è compatta, il centrocampo filtra e propone si ricercano conclusioni. Poi comincia la seconda metà di gara e mentre la difesa Udinese stà ancora bevendo il thè Insigne la mette nel sacco. Un tiro un gol e l’ Udinese comincia a giocare sul niente a uno. La partita resta bella ma quel gol pesa come un macigno e quando Wague stà a guardare una palla senza pretese, Insigne ringrazia mette il secondo sigillo e sembra chiusa ma Stipe appena entrato dimezza le distanze sul primo cross che Kums non batte tra le braccia del portiere ed il Friuli si riaccende. Due gol figli di vecchie disattenzioni su cui c’è ancora da lavorare, ma l’ Udinese dal timoniere friulano, nonostante ‘errori di gioventù’ che puniscono anche troppo severamente, ha cambiato faccia ora corre, suda, e stà diventando bellina da vedere, via qualche fantasma e si potrò tornare a far paura a chiunque senza temere nessuno. Vedendo la partita di oggi posso dire che se il Napoli è una grande, questa Udinese è poco più piccola, peccato solo per il risultato.