Stagione finita come ci si aspettava, da vittima sacrificale non certo con la bava alla bocca. L’ Inter per la seconda volta supera i 90 punti, l’ Udinese giochicchia tanto per finire questo campionato, ma nonostante le differenze in campo non onora la maglia beccandosi un’altra manita, brutto chiudere cosí, come brutto è vedere uscire De Paul arrabbiato e forse triste anche per non aver trovato il decimo gol in queste ultime gare. Di bello c’è il commento impeccabile dell’ indimenticabile Guidolin su Dazn, ed il pubblico che finalmente si rivede allo stadio, 1000 è poco ma meglio di niente, una speranza di ritorno alla normalità. Una speranza, come quella del Paron che nel giorno del suo 80′ compleanno ha detto che vorrebbe tornare in Champions. Bella l’ Europa, ma per poterci riprovare ci vogliono investimenti ragionati e programmazione, a partire dalla scelta della guida tecnica che non sia un parafulmine quando qualcosa non và, ma uno con cui costruire la squadra con i modi, gli equilibri ed i tempi giusti ed a cui dare tempo e fiducia. Finita probabilmente per Musso e capitan Rodrigo, come per molti altri, dispiace ma dev’essere l’ occasione per ripartire come si deve, con gli spalti pieni di tifosi. È finita ma per l’Udinese il campionato è finito da tempo con una salvezza che è sicuramente un traguardo importante, ma con la terz’ultima a 32 punti, pur con tutte le attenuanti, il finale di campionato non avrebbe dovuto essere quello di regalare punti a chiunque e con rigori ridicoli e non solo. Non è questo il modo per riportare i tifosi allo stadio, bisogna amare la maglia, mettere qualche vittoria in fila, magari battere qualche grande, dare il tempo di affezionarsi ad un buon giocatore che sia affezionato alla piazza, tenere un allenatore che ha i suoi difetti, ma ci rappresenta e se capita imbucarci in Europa o in finale di coppa Italia. Di mercato non ci occuperemo, l’ arrivederci è alla prossima avventura bianconera.