Ora ne abbiamo abbastanza di stare a sopportare. Non tollereremo più le rilassatezze di una Udinese che in poche parole gioca a praticare uno sport con il minimo sindacale del dispendio energetico. Facendo una delle cose più oscene che lo sport vero possa conoscere, ossia non dando il massimo in ogni sua prestazione ma centellinando ad arte le energie. Ognuno raccoglie quel che semina, si suol dire. Questa Udinese non ha seminato praticamente niente, e ora raccoglie al massimo i frutti di quel nulla seminato in precedenza. Arrivando al più a salvarsi la pelle, e mandando così a quel paese le speranze di avere a che fare con una Udinese che si sia fatta onore in questo campionato. Questa è quindi solo quell’attesa stagione del declino che potrebbe segnare la fine di una intera gestione sportiva, perché il signor Gino Pozzo oramai non sa più a che Santo votarsi per risollevare la situazione, e potrebbe anche decidere di passare la mano ai soliti noti. Sono numerose, giusto per rammentarlo, le volte in cui si è vista in quel di Udine (giusto in transito, si dice), la mercanzia di quella Red Bull che sta riempiendo di milioni e di speranze lo sport che più conta. E questo è un dato che non possiamo di certo dare per casuale. Ora è quindi il momento di togliere il limitatore, si direbbe in un gergo mutuato proprio dal mondo della Formula 1. Bisogna finalmente dare tutto, senza dosare ipocritamente in maniera assoluta le energie. Bisogna solo gettare sul tavolo tutte le fiches a propria disposizione, per “vincere” in quella che nel campionato bianconero sta diventando una roulette quei sei punti che servono a salvarsi e a fare bella figura. Se i tre punti minimi necessari a salvarsi non arriveranno chi li sentirà più i supporter bianconeri. E questi ultimi hanno tutte le ragioni di questo mondo per ringhiare. Perché una realtà sportiva che spilorcia sulle energie da adoprare nello sport è una delle ultime cose che si può sopportare, e perché siccome loro spendono delle risorse, e quindi dei valori numerici, per assistere a questo bieco spettacolo. Che fare l’anno prossimo ? L’anno prossimo ci si dovrà praticamente civilizzare, perché la squadra Udinese sembra avere perso per strada, nel logorio di un percorso sportivo assai critico, tutti i valori di riferimento che sorreggevano la sua identità. I friulani non riconoscono più oramai i valori di questa Udinese, che dal prossimo anno dovrà ritrovarsi. Sempre in Serie A ovviamente. Altrimenti ci sarà da rivoluzionare molto di più, rispetto alle modificazioni che sono già in cantiere.
Articolo di
Valentino Deotti
E-mail: valentino.deotti@udinesenews.it
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