Questa sì, è proprio l’Udinese che ci piace. E che modestamente crediamo piaccia a molte altre persone, visto che si vede lontano un miglio che questa è la versione ottimizzata dell’Udinese di Iachini, quella che ha potuto mettere da parte molti dei “fantasmi” che l’avevano attanagliata nelle prime uscite stagionali in campionato. Se l’Udinese vista in campo contro la Roma all’Olimpico c’era sembrata una squadra prigioniera delle sue paure, lenta e perforabile a mezzo di una piuma, e l’Udinese scesa in campo contro l’Empoli è sembrata proprio una versione di evidente transizione per una Udinese che comunque era in evidente crescita, l’ultima versione di Udinese, ossia quella vista in campo contro il Milan in quel di San Siro corrisponde proprio all’Udinese che abbiamo sempre voluto vedere. E potremo dire ad una versione molto compiuta di essa, visto che la tendenza ad un certo ordine tattico evidenziatasi contro i rossoneri sembra proprio dotata di una certa solidità specifica oltreché durabilità nel tempo. A Milano si è vista una squadra della quale la caratteristica fondante era la solidità dell’intero impianto tattico, la quale molto difficilmente si rivelava scalfibile di buon grado dalle velleità offensive del Milan che è passato addirittura se vogliamo per squadra in ribasso in una partita in casa propria che in altri tempi non avrebbe avuto difficoltà a padroneggiare. Ma queste squadre sono un altro Milan ed un’altra Udinese. Nell’ordine un Milan che non dispone ancora dei giri utili a mettere in difficoltà pure l’avversario medio, figuriamoci quello di elevato cabotaggio. E di una Udinese, squadra di un livello non certo elevato se andiamo a guardare la grandezza di altre forze in campo in gioco nella nostra Serie A, che però, ed è questa la novità-nuova, non si era mai vista in questa versione. Non si era mai vista per l’appunto una Udinese capace di difendere ogni zona del campo con un efficientissima zona mista che le ha permesso di far pagare un caro pedaggio all’avversario per ogni metro percorso. Quanta fatica faceva il Milan a penetrare la scatola dell’impianto tattico messo in campo da mister Iachini. Un sistema nel quale ogni elemento dello scacchiere bianconero rendeva la vita impossibile al portatore di palla di turno, relegandolo nella propria cella ben paragonabile a quella di una galera addirittura minimizzata per dimensioni. L’unica possibilità per evadere cercando di violare le trincee bianconere era quella di esplorare modi di procedere del tutto atipici, facendo girare la palla meramente per linee orizzontali, con un guadagno sul piano della verticalità che procedeva lentissimo. Questa è l’Udinese che ci piace, una squadra che ha dimostrato di sapere togliere all’avversario ogni spazio per lui vitale, e che ha tenuto botta per lungo tempo persistendo in questa inviolabilità difensiva fino a che le forze lo hanno permesso. Bisogna difendere e basta in questa partita, e questo è stato fatto attraverso un canovaccio di strategia atta a coprire fino all’ultimo e a ferire alla prima occasione utile. Poi ci si è messa pure un poco di fortuna a far salire all’Udinese quello step che mancava, visto che il risultato si è sbloccato in favore delle zebrette friulane solo in seguito ad un esemplare ribaltamento di fronte in occasione del quale l’Udinese è stata molto lesta ma anche molto fortunata nello sfruttare una delle poche situazioni nelle quali la retroguardia milanista si è lasciata cogliere impreparata, non dimostrandosi dotata della congrua prontezza a chiudere le falle che avrebbe diversamente permesso alla squadra di mister Montella di reimpugnare la situazione anche nel corso dell’azione che ha condotto al vantaggio bianconero. Preferiamo però mettere in evidenza il tempismo con il quale l’Udinese ha saputo sfruttare l’unica controfuga che il Diavolo rossonero non ha saputo stoppare adeguatamente, benedendo la grinta con la quale l’Udinese ha tratto il massimo profitto da un cannovaccio tattico inappuntabile, in specie se si tiene conto del fatto che si giocava fuori casa ed in uno dei fortini storicamente piuttosto duri da violare. Se c’era un modo migliore degli altri per affrontare la trasferta di Milano sponda rossonera il modo era proprio questo: tu ci hai creduto e l’hai sfruttato al meglio traendone il massimo vantaggio, cara Udinese. E proprio di questo ti dobbiamo rendere il merito: della proprietà tecnica ma sopratutto della tenacia dimostrata su un campo dove ben difficilmente in altre condizioni la squadra rossonera, specialmente in altri tempi, ti avrebbe lasciato gestire la situazione con la disinvoltura in fase difensiva ma anche di contrattacco che hai dimostrato di padroneggiare su un campo così difficile. E’ stata una Udinese quantomai compatta e pronta a ripartire quella vista alla Scala del calcio, e quindi siamo stati di fronte proprio a quell’Udinese che di questi tempi potrebbe rappresentare una delle nostre massime aspirazioni. Al di là del risultato non possiamo pretendere di più da te cara Udinese, e quello della compattezza e della velocità di risposta e controreplica è davvero il punto di partenza per confezionare l’Udinese dei sogni per ogni appassionato. Ora basta crederci: la storia dell’Udinese ha dimostrato che allorquando si è andati avanti i risultati sono arrivati. Anche in una certa quantità, ma dell’entità dei frutti che si potranno raccogliere non è il momento di parlare. Innanzi tutto bisogna fare dei kilometri in più, avendo la certezza che la validità dello stile di guida proprio della nostra Udinese resti immutata. Il tuo solco tecnico-tattico l’hai tracciato, cara Udinese, ora non ti resta che andare avanti su questa strada, nella speranza che le tue forze residue ti sorreggano per il più lungo tempo possibile. Trovata la strada maestra ora il tuo problema è solo quest’ultimo, cara Udinese che ha domenica ci ha benedettamente dimostrato di sapere ottenere pure scalpi eccellenti. E ciò non è poca cosa davvero.
Articolo di
Valentino Deotti