E’ fatta, domenica prossima sarà festa, una festa un poco particolare perchè l’ obiettivo è stato raggiunto ma con poche soddisfazioni.
Della partita poco da dire, non facciamoci del male tanto la Lazio, grazie anche ai miracoli di Marchetti che para 2 rigori, batte il Carpi e l’ 1 a 1 toglie le castagne dal fuoco. Molti tra i 1000 ed oltre tifosi bianconeri che hanno seguito la squadra a Bergamo, intervistati dai nostri inviati, chiariscono che sono felici per la salvezza, ma che quest’ anno da serie A c’è stato solo il tifo, non certo la squadra. Si spera quindi che dopo gli ultimi anni in cui si sono commessi molti errori rischiando di regalare uno stadio europeo ad una squadra da serie B, la dirigenza ricominci a gestire l’ Udinese nel modo che in passato l’ha saputa rendere un modello per tutti. Nessuno pretende miracoli, si chiede chiarezza d’intenti, uomini degni della maglia che indossano, il giusto mix tra senatori e nuove leve. Insomma un progetto sportivo che poi sappia portare anche guadagni economici, non un mero progetto economico e poi ci si salva all’ ultima giornata…se va bene. Ma dai, dice qualcuno, dovreste accontentarvi siete piccoli e senza i Pozzo non ci sareste, è vero i Pozzo sono la fortuna dell’ Udinese ma io credo sia vero anche il contrario. Un’ Udinese ben gestita è la fortuna dei Pozzo, per cui per il prossimo anno, vogliamo credere alle parole di Gino Pozzo il quale in una breve intervista ha ammesso che si sono sbagliate delle cose, ma che dagli errori si è imparato e si ripartirà nel migliore dei modi, vedremo, molto si capirà anche dalla scelta del tecnico.
Domenica prossima il Carpi giocherà alla morte per cercare di aggrapparsi alla serie A, mentre l’ Udinese scenderà in campo, più per onorare Totò che altro. Giusto festeggiare il campione napoletano, certamente mal gestito quest’anno, onore ai suoi gol, alla sua classe e nessuno intende negare quanto di buono ha fatto per l’ Udinese, ma per cortesia basta con tutte queste ‘bisogna esser grati a Di Natale’. L’ Udinese e Udine hanno dato a Di Natale almeno quanto lui ha dato al Friuli, ‘Ma lui ha rinunciato a palcoscenici di prim’ ordine per restare qui’ dice qualcuno, vero e se non fosse stato così probabilmente non avrebbe fatto i record che ha fatto e starebbe già da tempo guardando il calcio in tv invece di essere salutato come l’ indimenticabile re di Udine che è diventato. Appuntamento quindi a domenica sera per gli ultimi 90 minuti di una stagione che speriamo non si ripeta.