Con due giorni di ritardo ma sempre sul pezzo, festeggiamo San Valentino. Quale occasione più ghiotta se non la partita con il Verona? Montecchi e Capuleti riempiono la tribuna ospiti. In campo, nel primo tempo, si respira tanto amore che perdoniamo anche qualche scappatella di troppo a Borini e Musso tende la mano per impedir al cor di soffocar.
Larsen e Sema oggi hanno tanta leggiadria, anche troppa e gli esterni avversari corrono saltellando nei campi fioriti.
Persino Fofana oggi pare avere gli occhi a forma di cuore e soprattutto i piedi a banana che gli impediscono di fare l’ultimo passaggio.
De Paul Montecchi invece riceve un trattamento speciale dai vari Capuleti, senza tante sottigliezze diciamo. Ma chi è l’arbitro per mettersi fra due innamorati?
Okaka Mercuzio tenta di vendicarlo ma come spesso accade fa tanto per nulla. I tre moschettieri di difesa sbrogliano bene e danno sicurezza ma questa è un’altra storia…
Poi c’è Lui. Oh Kevin, perché sei tu Kevin? Rinnega tuo padre, e rifiuta il tuo nome! O, se non lo vuoi, tienilo pure e giura di segnare almeno una volta, ed io non sarò più una Capuleti.
Ma alla fine la cosa della città della bella Giulietta resta inviolata. Ma per fortuna pure il nostro coso.
Cosa abbiamo imparato? Che Amore è un fumo levato col fiato dei sospiri; mondato, è fuoco scintillante negli occhi degli amanti; turbato, un mare alimentato dalle loro lacrime. Che altro è esso? Una follia discreta quanto mai, fiele che strangola e dolcezza che sana. Insomma, tifo sfegatato.