La gara di oggi pomeriggio al Friuli Dacia Arena, gremito quasi in ordine di posti grazie anche all’iniziativa in occasione dell’Auc Day, metteva di fronte l’Udinese reduce da due risultati utili e l’Atalanta che a sua volta invece veniva da due sconfitte consecutive. Era l’occasione per vedere se il nuovo Mr Davide Nicola avrebbe dato continuità ai risultati dei friulani e se le due immeritate sconfitte degli orobici fossero state degli incidenti di percorso. Nemmeno il tempo di sederci e già al secondo minuto gli ospiti si portavano in vantaggio grazie all’ex Duvan Zapata, lesto a divincolarsi della marcatura di Nuytinck ed a spingere il fondo al sacco una spizzicata di Toloi susseguente ad un corner. Da subito ho avuto la sensazione che gli uomini di Mr Gasperini, anche agevolati dal vantaggio-lampo, fossero padroni del campo; ma al 12′ un guizzante D’Alessandro permetteva a Lasagna di sbloccarsi in casa e di rimettere il risultato in parità. Il resto della prima frazione, sinceramente, non vedeva nessuna delle contendenti rendersi veramente pericolosa, ma la supremazia nerazzurra rimaneva abbastanza evidente.
Nella ripresa stesso canovaccio tattico; ma l’ingresso di Barrow, che con le sue folate sulla destra metteva a dura prova la già opaca prestazione di Pezzella, era preludio che gli orobici stessero per mettere la freccia. Infatti da una percussione sulla destra del neo-entrato la palla, non controllata bene né dall’attaccante, né da Fofana, finiva sui piedi di Zapata che da pochi passi trafiggeva l’incolpevole Musso (62′). Mr Davide Nicola provava a cambiare le sorti dell’incontro prima con l’ingresso di Pussetto (al posto di un positivo ma sfinito D’Alessandro) e poi con l’innesto di Vizeu per Pezzella per passare ad un 4-4-2 offensivo che produceva però esclusivamente l’azione personale e sfortunata di Fofana che vedeva il suo tiro respinto dal palo interno a Berisha battuto. Praticamente sull’azione successiva, sfruttando l’errata gestione di una rimessa laterale a favore dei friulani, i bergamaschi chiudevano i conti, ancora con il Nr 91 colombiano (80′) il cui destro sbatteva sul palo interno e finiva in fondo al sacco per sancire in maniera definitiva la meritata vittoria della Dea. Il football si sa che è fatto da episodi, ma ridurre il tutto alla magnanimità o meno di un palo mi sembrerebbe riduttivo…
Paolo Matrecano