Infrasettimanale di livello per l’Udinese che và a Milano a trovare il diavolo pensando più a non prenderle piuttosto che a darle, d’altronde quando hai a che fare con una delle prime della classe e ti mancano i gioielli d’attacco la scelta è più che condivisibile. L’Udinese è ordinata, corta e coperta, rischia poco e niente, tanto che nella prima metà concede solo 2 tiri ai rossoneri entrambi ben parati da Musso. Il brivido maggiore c’è stato quando De Paul si è accasciato a terra, già si sentivano i rosarii friulani al timore di un infortunio ma per fortuna si trattava solo di una pallonata nei gioielli di famiglia, non certo piacevole ma passa in fretta. I bianconeri non riescono ad offendere anche e soprattutto per il pressing e la velocità del Milan che non permette di raggiungere. Gotti e Pioli sono ottimi allenatori e si vede, la gara è una partita a scacchi, ma negli scacchi i pezzi hanno lo stesso valore da entrambe le parti, nel calcio no e quando la stanchezza si fà sentire la differenza si nota di più. Invece no, è l’Udinese che potrebbe segnare con Nestorovsky che sbaglia incredibilmente, poi la testa di Becao fa centro di testa. Gotti osa inserisce IIorente, sul quale forse c’era anche un rigore ma l’ arbitro al quale darei 4 anche per la mancata espulsione di Rebic, dice no, poi Samir s’infortuna appena entrato e lascia i suoi in 10 per un quarto d’ ora. L’Udinese la porta fino alla fine del recupero, a tempo scaduto l’ arbitro regala 3 secondi galeotti, un movimento innaturale di Larsen, uscito poi in lacrime, porta ad un tocco di mano, è rigore, 1 a 1. È vero l’Udinese ha fatto tutto da sola, sbagliando un gol fatto che avrebbe chiuso la gara e regalando un rigore a tempo scaduto. Inizialmente lo avremmo firmato, ora sà di amaro, per la buona prestazione, un ottimo punto.