Il pareggio interno contro il Frosinone ha lasciato più di qualche malumore ai tifosi bianconeri, manifestato con i fischi al termine della gara. Siamo solo alla terza giornata, niente sentenze, niente proclami. È davvero troppo presto.
Limitandoci ad analizzare esclusivamente quanto visto finora, le tre partite che ci siamo appena lasciati alle spalle hanno evidenziato numerosi problemi strutturali all’interno dell’organico. Se a preparazione in corso sembrava che l’Udinese si fosse mossa con largo anticipo sul fronte acquisti, ora che il mercato ha chiuso i battenti rimane qualche dubbio sulle modalità con cui è stata imbastita La Rosa.
Per quanto attiene alla retroguardia, con Ebosse e Masina ai box, Sottil è costretto a schierare Christian Kabasele sul centro sinistra. Il belga è elemento di esperienza ed affidabilità, ma il fatto di giocare a piede invertito gli crea più di qualche problemino in fase d’impostazione. Un ruolo chiave nel sistema di gioco dei friulani è ricoperto dai quinti di centrocampo. I tre esterni sono ancora in piena fase di adattamento al nostro campionato. João Ferreira sembra più un terzino da difesa a quattro e Hassane Kamara ha fatto registrare qualche lacuna di troppo in fase difensiva. Stesso discorso si applica a Jordan Zemura, un po’ svagato nella fase di non possesso.
Sulla linea mediana – come dichiarato dal mister stesso- l’unico recuperapalloni è Walace, che contro i ciociari ha stretto i denti per non forzare l’inserimento di Etienne Camara. Il ragazzo è sicuramente di prospettiva ma ha caratteristiche diverse rispetto al brasiliano. Mancano i rincalzi anche nel ruolo di mezzala. Lovric e Samardzic, infatti, non hanno dei veri e propri sostituti. Oier Zarraga ha più i connotati del mediano che del centrocampista di inserimento, mentre Domingos Quina è sicuramente un giocatore rapido e dinamico, ma non dispone dell’estro di Laki negli ultimi trenta metri.
Per finire con il reparto offensivo. Il ruolo di seconda punta è ben coperto, con Thauvin Deulofeu e Success che si contenderanno il posto. In attesa di scoprire il nuovo Davis, l’enorme problema è nel ruolo di centravanti per ora ricoperto dal solo Lorenzo Lucca, un elemento molto laborioso per la squadra ma che, numeri alla mano, non segna spessissimo. Per non adattare il nigeriano in quella posizione, ecco che si è costretti a chiamare in causa Vivaldo Semedo, ad oggi unica vera alternativa, che necessita però di un ulteriore step di maturazione per esprimere appieno il suo enorme potenziale.
Gli appena due punti conquistati in tre partite sono il chiaro indicatore del fatto che le Zebrette si trovano ancora in fase di rodaggio. Sono cambiati numerosi interpreti, cui va dato il giusto tempo d’inserimento nel nuovo contesto. La sosta per le nazionali, in questo senso è una manna dal cielo. Quindi giorni di lavoro, conoscenza e affinamento dei meccanismi.
L’impressione però è che questa rosa abbia dei seri problemi strutturali nella maggior parte dei ruoli, che si ripercuotono nel rettangolo verde attraverso un gioco piatto ed una fase difensiva non impeccabile.
Dati gli elementi a disposizione, che oramai non cambieranno almeno fino a gennaio, resta da chiedersi se il 3-5-2 sia davvero il sistema ideale per questi giocatori. Se i problemi persisteranno, il cambio di modulo potrebbe idealmente essere un’opzione per provare ad ovviare alle problematiche di cui si è fatta menzione sopra. Del resto, il tecnico di Venaria Reale è abituato a proporre anche altri schieramenti, ma si sa, qui ad Udine l’impianto tattico è difficile che si cambi.
Nell’attesa che la sosta porti consiglio, la speranza è che chi scrive possa essere smentito nel più breve tempo possibile. Al campo ogni verdetto.