Pensando all’Udinese il giorno dopo, mi viene in mente la fiera di Santa Caterina in giardino grande a Udine.
Anche qui il 25 novembre, gira, cammina, guarda, tocca, ma acquisti pochi.
E così l’Udinese ad Empoli, gira, cammina, corre, ma mira ad una gara da congelatore in cui si possa impostare tutta la manovra per finalizzarla ad uno zero a zero :metti un punto nel sac, cjape il sac e va pal mond.
Dopo il goal empolese questo ragionamento è chiaramente saltato.
Ecco quindi il piano b.
Si attacca e si pareggia i conti, perseguendo sempre l’obiettivo del punto nel sacco.
Si è allora vista la formazione combattiva che abbiamo già potuto ammirare.
Dopo il pareggio le due squadre si sono punzecchiate.
Ho avuto l’impressione che non volessero farsi male, perché chi di spada ferisce di spada perisce. O comunque rischia di perire.
Dunque meglio affrontarsi con reciproca circospezione e sano rispetto, non si sa mai che non vada bene ad entrambe il punto nel sacco.
L’area di galleggiamento delle due compagini poi la vedi rispecchiata nella classifica, per cui il principio machiavellico del fine che giustifica i mezzi è assolutamente dichiarato e messo in pratica.
Questo ha sacrificato lo spettacolo ma l’obiettivo è stato raggiunto.
Trovo questa condotta – se le cose sono state pensate come ho ipotizzato – saggia e concreta. Molto friulana.
A voi tutti qualsiasi critica
Vito Sutto