Sono partite strane, di quelle che se perdi vieni esposto al delirio mediatico.
I giocatori lo sanno, io lo so, tu lo sai, Okaka lo sa ma non gli importa, la Spal ha altri problemi (ma dov’è Spal?). Gotti è per natura superiore a queste cose terrene, lui si occupa di traghettare l’Udinese oltre la terra dei morti. Tutto il resto non è affar suo. In avvio di partita forse anche gli fregherebbe qualcosa, poi Nestorovski schianta sul palo una palla facile.
Sema spinge con continuità ma senza incidere come dovrebbe, stessa sorte tocca a Larsen sulla corsia opposta. L’Udinese ci prova, De Paul sembra essere tornato dalle vacanze e pare motivato.
La vera notizia però è che Mandragora oggi è Mandragora.
La Cattiva è che tutto scorre sotto il sole di una giornata che pare primaverile ma nella noia dell’inverno senza il vin brulè.
Strafezza sembra il solo a divertirsi per questo Semplici decide di sostituirlo con Sala.
Al diciannovesimo Mandragora centra i gioielli di Tomovic e, poco prima, Berisha liscia una palla che Okaka serve a De Paul che fa uno di quei tiri a giro da tamarri di periferia che vogliono fare colpo sulle ragazze. La inviterai la prossima volta, Rodrigo.
Iniziano I cambi: Lasagna per Nestorovski, Petagna per Floccari.
L’Udinese prende l’iniziativa ma non punge. Dentro Fofana per Mandragora, giusto per fare casino ed infatti di casino se ne fa. Ma non abbastanza, almeno fino a zona Cesarini abbondantemente inoltrata, quando Sema decide di prendere a pugni un pallone che non gli aveva fatto niente e la VAR che prima ha negato il gol al Nestor concede la palla della vittoria alla Spal. Rigore silenzio e sapore di beffa. Ma Musso che fino ad oggi si è sempre buttato dalla parte opposta a quella dove è stato piazzato il rigore, vuole fare l’ eroe, intuisce e para il rigore dello spallino. Boato e idolo, quasi come Opoku che rivedremo prima o poi, se non altro per ‘febbre gialla’ di qualcuno…